WASHINGTON, STATI UNITI – Le basi per un nuova era di relazioni tra Usa e Cina – come hanno auspicato Barack Obama e Xi Jinping nel recente vertice californiano – sono state gettate a Washington. E al termine di una due giorni intensa di colloqui tra i responsabili americani e quelli di Pechino, i toni sono stati piu’ che concilianti, anche se le distanze da colmare restano enormi: dalla politica economica e monetaria alla politica estera, passando per le delicate questioni della pirateria informatica e del rispetto dei diritti umani.
Ma al tavolo attorno a cui si sono seduti molti alti rappresentanti delle due amministrazioni si respira indubbiamente un’aria nuova, dove il dialogo sembra prevalere sulle antiche diffidenze. Un clima che sembra aver portato ad un primo risultato concreto: la decisione di avviare ”negoziati effettivi” perche’ si arrivi ad un nuovo trattato bilaterale mirato a rafforzare l’accesso reciproco agli investimenti e a sviluppare gli scambi commerciali tra le due piu’ grandi economie mondiali.
Tale accordo – sottolinea il Wall Street Journal – potrebbe aprire a tantissimi imprenditori statunitensi le porte a piu’ di cento settori produttivi dell’economia cinese: da quello dell’auto a quelli delle banche, della chimica e dell’energia. Tutti ambiti in cui per una impresa Usa oggi e’ difficilissimo investire nel gigante asiatico, viste le restrizioni previste dalle autorita’ di Pechino. Alle aziende cinesi verrebbe quindi garantito un accesso reciproco a molti settori produttivi americani.
Restando in campo economico, le due delegazioni hanno rinnovato la necessita’ di un impegno comune tra i due Paesi per contribuire alla fine della crisi, col ministro delle finanze cinese, Lou Jiwei, che ha invitato gli Stati Uniti a considerare l’impatto di un eventuale ritiro delle misure straordinarie messe in campo dalla Fed (vedi l’acquisto di bond per 85 miliardi di dollari al mese) per sostenere la ripresa. ”L’impatto sulla Cina non sarebbe grande, ma altre economie emergenti ne potrebbero soffrire”, ha detto Lou, ribadendo anche l’impegno a tenere sotto controllo l’eccessiva volatilita’ dello yuan, che negli ultimi anni ha scatenato una vera e propria ‘guerra dei cambi’ tra la Cina da una parte e Usa e Ue dall’altra.
Capitolo politica estera. Il segretario di Stato aggiunto, William Burns, ha invitato la Cina a rispettare sempre le regole internazionali e la liberta’ di navigazione degli alleati degli Usa (a partire dal Giappone) sui mari dell’Asia. E non si e’ tirato indietro sul fronte dei diritti umani, rinnovando a Pechino l’appello a rispettarli. Sulla questione cyberattacchi, infine, le due delegazioni hanno ribadito come questa dovra’ diventare centrale nell’ambito della cooperazione tra Stati Uniti e Cina, con l’obiettivo di arrivare a regole comuni e condivise
