
CHARLOTTE, STATI UNITI – La minaccia degli ”indignati” sulla convention democratica, in programma dal 4 al 6 settembre a Charlotte, North Carolina, fa paura agli organizzatori e all’intero staff del presidente Barack Obama. Da tempo i militanti di Occupy Wall Street hanno annunciato che cercheranno di far sentire la loro voce con proteste di piazza durante quei giorni. Ma la faranno sentire, un pò prima, in agosto, anche alla convention repubblicana di Tampa, Florida.
Ma per quanto i democratici adesso Obama, con un paio di decisioni delle ultime ore, rischia di dare nuovi argomenti a chi vuol dimostrare che anche lui ha troppi legami con la detestata Wall Street. Il suo staff ha annunciato che invece di concludere la convention alla Time Warner Arena, 20 mila posti al coperto, Obama parlera’ il 6 settembre sera al Bank Of America Stadium, un’ impianto di 74mila posti a sedere. Ovviamente, in questo modo, il Democratic National Committee (Dnc) incassera’ molti piu’ soldi.
Tuttavia, tenere il discorso di accettazione della nomination, il momento clou dell’intera kermesse, in un impianto che prende il nome da una delle piu’ controverse banche americane rischia di essere una provocazione bella e buona nei confronti di quella sinistra che contro la Bank Of America da mesi organizza proteste in tutto il Paese. Inoltre, Obama ha nominato nuovo responsabile del bilancio della Casa Bianca Jeffrey Zients, un top manager che in passato, tra il 1988 e il 1990 ha lavorato alla Bain Capital, la stessa finanziaria dai metodi discutibili che e’ stata guidata dal candidato repubblicano Mitt Romney, anche se in tempi diversi.
Con queste premesse, e’ ovvio che la parola d’ordine del partito democratico sia quella di evitare che la Convention di Charlotte 2012, sia una riedizione di quella di Chicago del 1968. Il partito dell’Asinello e’ infatti terrorizzato che proteste e scontri di piazza possano turbare quello che e’ per loro sara’ il piu’ grande evento politico dell’anno, quello che lancera’ ufficialmente la candidatura di Obama alla Casa Bianca. Nel 1968 furono i pacifisti che si battevano contro la guerra in Vietnam e le cariche della polizia a rovinare la festa ai democratici dell’epoca.
Stavolta a impensierire Obama ci sono i militanti di Occupy Wall Street, che gia’ annunciano che saranno presenti a migliaia nella cittadina della North Carolina. Oltre 43 anni fa, Chicago fu ribattezzata ”Czechago”, visto che secondo il movimento di protesta, la repressione delle jeep della polizia americana sul Grant Park evocava la repressione dei tank russi nelle strade di Praga appena pochi mesi prima.
In quei giorni, le cariche degli agenti provocarono una frattura verticale tra il partito democratico e il movimento di protesta giovanile che aveva cominciato a infiammare non solo gli States ma tutto il mondo. Memore di quanto accadde allora, il partito di Obama non vuole assolutamente ripetere quell’errore nei confronti del popolo di ”Occupy Wall Street”. Tuttavia, e’ chiaro che ci saranno grossi problemi logistici: nei giorni della Convention sono infatti attesi a Charlotte almeno 50mila ospiti, tra delegati, parlamentari e giornalisti dall’America e delegazioni da tutto il mondo.
Sinora le autorita’ locali hanno tollerato ”Occupy Charlotte”. Ma per quei giorni si prevede gia’ una massiccia concentrazione di migliaia di ”indignati”, con le loro tende, provenienti da tutta l’America, pronti a far sentire forte la loro voce al partito di Obama. Il consiglio comunale di Charlotte sta gia’ pensando a come prendere le contromisure per evitare scontri, violenze o la semplice congestione del traffico in quelle giornate campali. Per ora e’ stata approvata un’ordinanza che proibisce accampamenti in citta’, ma e’ solo una primissima proposta, e resta da vedere se potrà essee applicata.
Tutti sanno che non sara’ facile trovare un punto di equilibrio tra tutelare la liberta’ di manifestare al popolo del 99% e garantire il tranquillo svolgimento della convention. Intanto il movimento si sta interrogando su cosa intende fare in quei giorni. Qualcuno pensa a una sorta di ”convention alternativa”, un po’ come accade da decenni durante i grandi summit internazionali.
Ma c’e’ chi fa anche notare che se si protesta contro il partito di Obama, allora bisogna fare lo stesso contro quello di Mitt Romney e Newt Gingrich, che terra’ la sua convention repubblicana un po’ prima, ad agosto. Molti si stanno gia’ organizzando per piantare le loro sue tende indignate anche li’, ed urlare contro l’ex-governatore del Massachusetts, ribattezzato ormai ”Mister 1%” per via della sua ricchezza, paragonata al 99 per cento degli americani che ricchi non sono.
