WASHINGTON, STATI UNITI – L’audizione in Senato di John Brennan per la conferma della sua nomina a capo della Cia non ha placato la polemica sul controverso uso intensivo dei droni nella campagna contro al Qaeda, di cui proprio Brennan, uomo chiave dell’amministrazione Obama, e’ stato l’architetto: negli ultimi giorni sono trapelate sulla stampa diverse rivelazioni sull’argomento e in molti sostengono che non e’ un caso.
Ieri e’ stato pubblicato da Nbc News un memo riservato elaborato l’estate scorsa dal Dipartimento della Giustizia in cui si delineano i termini legali in base ai quali il governo americano puo’ ordinare l’uccisione di cittadini Usa all’estero, qualora vengano ritenuti ”alti dirigenti operativi” di al Qaeda o di una sua ”forza affiliata”. E subito sono state rilanciate le accuse secondo cui si tratta di ‘esecuzioni sommarie’, senza alcun processo.
Poi il New York Times ha rivelato che i droni della Cia che colpiscono ”leader operativi” di al Qaeda in Yemen partono dall’Arabia Saudita. Se si tratta di americani possono comunque passare all’azione. Proprio come e’ avvenuto nel settembre del 2011 con Anwar al Awlaki, che era nato in New Mexico. La notizia del NYT ha peraltro dato il via anche ad una polemica tra le ‘corrazzate’ della stampa Usa: il Washington Post ha infatti poco dopo pubblicato la stessa informazione, precisando di averla appresa diverso tempo fa, ma di aver allora deciso di non pubblicarla accogliendo una richiesta dell’ amministrazione che aveva espresso timori di pesanti contraccolpi nelle relazioni con Riad, e anche sul futuro della difficile campagna contro al Qaida nella regione.
Anche la AP ha tenuto a precisare di aver riferito della base per la prima volta nel giugno del 2011, ma di non aver mai precisato la localita’ su richiesta dell’amministrazione poiche’ qualsiasi operazione militare o di intelligence in Arabia Saudita ha notevoli implicazioni politiche e religiose. Per questo aveva parlato genericamente di una base nel Golfo Persico. In tutto questo non sembra quindi un dettaglio da poco il fatto che uno dei maggiori artefici dell’accordo con Riad che ha portato all’apertura di quella base sia stato proprio John Brennan, che in Arabia Saudita e’ stato a capo della locale sezione della Cia.
Secondo il Nyt, a Washington, dal suo ufficio nel seminterrato della Casa Bianca, Brennan e’ ora il maggior coordinatore di una ‘kill list’ di membri di al Qaeda destinati a finire nel mirino dei droni. Ed e’ anche uno dei piu’ ascoltati consiglieri di Obama, che lo ha scelto per prendere la guida della Cia, in cui ha peraltro trascorso oltre 25 anni. Tuttavia, si tratta di una scelta che offre una inattesa opportunita’ al Congresso per saperne di piu’ sui droni.
”Brennan e’ l’architetto della politica dell’amministrazione per l’antiterrorismo”, ha notato il senatore Ron Wyden, che fa parte della Commissione Intelligence che dovra’ confermare la nomina decisa da Obama: ”Se il Congresso non ottiene risposte a queste domande ora – ha detto – sara’ estremamente difficile, se non impossibile, ottenerle in futuro”. E le rivelazioni alla stampa non fanno altro che aumentare la pressione.
