
CHARLESTON, STATI UNITI – ”Gloves offs”, fuori i guantoni. Il giorno delle primarie in South Carolina si respira un clima di scontro politico all’ultimo sangue. I canali radio e tv sono ingolfati di spot e i 4 candidati superstiti stanno girando in lungo e in largo questo angolo del profondo sud per raggranellare gli ultimi voti.
Rick Santorum ha salutato in una specie di ristorante ultra-popolare di Lexington molte famiglie numerose, tra passeggini e bambini urlanti. Mitt Romney, sotto la pioggia, ha incontrato i suoi fans a Gilbert, davanti a una fattoria, tra enormi bandiere americane, mucche e trattori. Newt Gingrich, invece, con la moglie, ha fatto visita ai piccoli pazienti di un ospedale pediatrico di Charleston.
Tutti sono impegnati in enormi sforzi dell’ultima ora, perchè secondo i sondaggi molti sono ancora gli indecisi. Ma gli stessi sondaggi dicono che sabato notte, le urne del ”Palmetto State” con ogni probabilita’ premiaranno Newt Gingrich, avvantaggiato dal fatto che i consensi per Mitt Romney sono diminuiti. Sia che l’ex-speaker della Camera che vinca, sia che arrivi secondo di misura, a quel punto la partita per la nomination repubblicana sara’ comunque completamente riaperta. E si ripartira’ con il voto, anche questo cruciale, della Florida, il 31 gennaio.
E dire che solo pochi giorni fa, Romney sembrava destinato a conquistare la nomination senza tanti problemi. E dopo aver vinto in Iowa, nel New Hampshire, con sondaggi che lo vedevano nella South Carolina avanti di oltre 12 punti, sembrava vicinissimo a un netto 3.0. A quel punto la sua marcia verso la nomination alla convention repubblicana di Tampa, ad agosto, sarebbe stata inarrestabile.
Poi le cose hanno cominciato ad andare male. Prima e’ spuntato lo scandalo sui fondi alle Cayman. Poi è scoppiata la polemica perchè si ostina a non rendere nota la sua dichiarazione dei redditi (il suo parimonio è stimato a 270 milioni di dollari). Quindi si è fatto strappare lo Iowa da un Rick Santorum venuto dal nulla, dopo il riconteggio delle schede. E infine nelle ultime ore le sue gaffe in diretta tv sul tema delle tasse, hanno oscurato, almeno per ora, la sua stella. Cosi’, per la prima volta da quando e’ sceso in campo, Mitt il frontrunner si trova a inseguire l’ex-speaker della Camera Newt Gingrich, il vero protagonista di queste ore.
Dopo aver incassato l’appoggio del ricchissimo Rick Perry, l’ex speaker s’e’ giocato la carta dell’offensiva contro la stampa di sinistra, filo-Obamiana, accusandola di proteggere il presidente, e attaccare con ogni pretesto ogni candidato repubblicano. In questo modo ha rivatilizzato la sua base. Inoltre, questa vecchia volpe di Washington, che dice di saper pensare alla grande, di aver sconfitto il comunismo e l’Unione Sovietica, secondo certi commenti ha fatto rivivere lo spirito patriottico dell’era di Ronald Reagan, rinvigorendo l’orgoglio e l’amor proprio di tanti conservatori doc.
E ora si sente capace di fare sul serio ed è convinto che la storia è dalla sua parte. ”Siamo noi a scegliere i presidenti è il nostro motto ”, racconta sicuro Chad Connelly, il presidente del partito repubblicano di questo stato. Ed a ragione, visto che dal 1980 nessun repubblicano ha mai vinto la nomination senza prima aver conquistato il South Carolina. Si vota sabato dalle sette di mattina alle 7 di sera, quando in Italia sara’ l’1 di notte di domenica.
