WASHINGTON, STATI UNITI – Si intensifica la guerra tra Stati Uniti e Iran nel cyberspazio, con hacker iraniani collegati al governo di Teheran che negli ultimi mesi hanno condotto attacchi informatici contro obiettivi americani. ”Hanno attaccato tutti, inclusi servizi finanziari e Wall Street”, ha affermato un alto funzionario della difesa Usa, aggiungendo: ”Si tratta di una cyber-guerra? Dipende da cosa si intende per guerra”.
Di recente sono stati registrati attacchi contro banche americane e aziende del settore dell’energia nel Golfo Persico, scrive il Wall Street Journal citando alti funzionari Usa secondo cui ”questi non sono iraniani ordinari”: si tratta di attacchi che hanno una sorta di ”firma” che ha consentito di risalire fino al governo iraniano, spiegano. Finora gli Usa hanno considerato l’Iran come potenza di secondo piano nel cyber-spazio. Di recente Teheran ha pero’ investito almeno un miliardo di dollari nel settore, per contenere gli attacchi informatici che arrivano alle sue strutture nucleari e per contrattaccare.
E a Washington l’allarme cresce. Appena due giorni fa il segretario alla Difesa Leon Panetta ha ammonito che gli Usa sono di fronte alla possibilita’ di subire una ‘cyber- Pearl Harbor’ poiche’ i sistemi informatici di network finanziari o di impianti di produzione dell’energia o di gestione dei trasposti sono sempre piu’ vulnerabili a possibili attacchi simultanei da parte di hacker stranieri o di ”una nazione ostile”.
A loro volta gli Stati Uniti, che nelle cyber-difese investono tre miliardi l’anno, hanno avviato sin dai tempi dell’ amministrazione di George W. Bush un programma segreto dal nome in codice ‘Olympic Games’ per ‘infiltrare’ i computer che gestiscono i principali impianti iraniani per l’arricchimento dell’uranio, che e’ stato poi ereditato e rilanciato da Obama nel 2009.
‘Infettando’ quei sistemi computerizzati, con un virus dal nome Stuxnet e altri, il programma nucleare iraniano, secondo fonti anonime dell’amministrazione Obama, e’ stato ritardato di un anno e mezzo o due. Proprio ieri il ministro per i Servizi segreti iraniano Heidar Moslehi ha affermato che l’Iran viene bersagliato ”ogni giorno” con attacchi informatici alle proprie infrastrutture, ma ha anche assicurato che le sue difese sono in grado di respingere gli assalti.
Ad essere prese di mira negli Usa sono state per prime le banche. Il mese scorso sono stati segnalati raid ai danni di Bank of America Corp, JPMorgan Chase & Co e Citigroup, iniziati alla fine dell’anno scorso e intensificatisi più di recente. Allo stesso tempo sono finite sotto tiro aziende impegnate nell’industria petrolifera nel Golfo, come la Saudi Aramco, a cui sono stati distrutti 30 mila computer. ”Nell’ultimo anno – ha affermato un ex funzionario Usa – c’e’ stata una cyber-guerra in Medio Oriente, e ora si e’ estesa” in America. E continua a crescere di intensita’.
