WASHINGTON, STATI UNITI – Impedire in tutti i modi all’Iran di costruire ordigni nucleari, privilegiando pero’ la via diplomatica da affiancare alle sanzioni; sostenere in Medio Oriente una soluzione a due Stati ”sempre piu’ a rischio”, spingendo per la ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi; sostenere la democrazia nei Paesi della primavera araba e ovunque nel mondo; rafforzare i legami con la Cina. E ancora, accelerare sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici.
Il senatore John Kerry, davanti al Congresso, indica quali saranno le sue priorita’ una volta che si insediera’ formalmente al Dipartimento di Stato. La sua agenda e’ in perfetta sintonia con le priorita’ indicate da Barack Obama nel discorso con cui ha inaugurato il suo secondo mandato presidenziale. E in totale continuita’ – come lo stesso Kerry ha sottolineato – con l’azione portata avanti negli ultimi quattro anni dal segretario di Stato uscente, Hillary Clinton. Kerry, 69 anni, politico di grande esperienza e fermo sostenitore del dialogo e della mediazione, ha confermato quello che gia’ si sapeva di lui.
Scettico sull’interventismo a tutti i costi e sull’uso della forza come via maestra per risolvere le crisi internazionali, l’ex candidato alla presidenza – che falli’ nella corsa alla Casa Bianca nel 2004 – ha ribadito come cio’ che guidera’ la sua azione sara’ innanzitutto la ricerca della soluzione diplomatica: con l’Iran come con la Corea del Nord. Senza pero’ cedere di un millimetro sulla politica delle sanzioni per colpire i Paesi che violano gli obblighi fissati dalla comunita’ internazionale.
”Il nostro compito – ha detto Kerry nell’audizione a Capito Hill – e’ dare voce a chi e’ senza voce nel mondo. E la nostra politica non e’ determinata solo dall’uso dei droni o dal dispiegamento dei soldati. Il presidente Obama l’ha detto piu’ volte, noi preferiamo risolvere le crisi con la diplomazia. Ma sia chiaro – ha aggiunto il segretario di Stato designato – che la nostra determinazione sara’ massima, soprattutto per ridurre nel mondo la minaccia nucleare”.
E continuare a combattere senza tregua il terrorismo con l’uso dei droni e, se necessario, anche con l’intervento militare, come avvenuto in Libia. Kerry ha quindi indicato tra le priorita’ della politica estera americana anche quelle della la sicurezza alimentare ed energetica, quella degli aiuti umanitari, e quelle della lotta contro le malattie e per lo sviluppo.
