Il malcontento e la delusione degli elettori nei confronti di Barack Obama non si manifesta solo nei sondaggi di opinione ma viene espressa anche nei comizi e nelle apparizioni elettorali del presidente Usa.
Il presidente americano è stato contestato l’11 ottobre in Florida da manifestanti per i diritti dei gay che gli rimproverano di non avere mantenuto la promessa fatta durante la campagna presidenziale di mettere fine alla politica ‘don’t ask, don’t tell’ che consente agli omosessuali di servire le Forze Armate solo se tengono segreti i loro orientamenti sessuali.
Obama ha chiesto al Pentagono di esaminare le conseguenze pratiche della ammissione in divisa dei gay dichiarati ed ha spinto nello stesso tempo al Senato una legge che è stata però bloccata dai repubblicani. Ma gli attivisti gay sono insoddisfatti dall’operato di Obama sottolineando che il presidente americano ha i poteri per tutelare i diritti civili della comunità gay.
Nei più recenti ‘town hall meeting’, sessioni di domande e risposte con i cittadini americani, il presidente è stato contestato proprio dai suoi sostenitori che hanno espresso delusione e preoccupazione per la situazione sempre più drammatica della classe media in America. Un sostenitore democratico ha chiesto al presidente se ”il sogno americano” è veramente finito per la classe media.
Queste manifestazioni di delusione da parte dei sostenitori durante i comizi e gli incontri con i cittadini americani, i due tipi di eventi preferiti da Obama nella campagna elettorale, hanno il potere di spiazzare la Casa Bianca che è pronta a difendersi dagli attacchi dei repubblicani ma non da quelli dei simpatizzanti delusi.
”Tutto quello che abbiamo visto finora dal presidente sono promesse mancate, scuse, ritardi e la colpa addossata ad altri – osserva Robin McGehee, che due anni fa ha votato per Obama – Non sono questi i mutamenti che ci erano stati promessi. Questa è solo la politica di sempre”.
Anche se nel voto di novembre il nome di Obama non sarà sulle schede, i candidati repubblicani stanno cercando di trasformare le elezioni di midterm in un referendum sulla politica dell’inquilino della Casa Bianca mentre i candidati democratici, consapevoli del calo di popolarità del presidente, cercano di attaccare i rivali sui problemi locali.
