Con ogni probabilità, il nuovo Senato americano emerso dalle elezioni di metà mandato avrà questa composizione: 53 democratici, 47 repubblicani.
Prima del voto la proporzione era di 59 a 41. Anche se mancano ancora due risultati definitivi, un dato è certo: i repubblicani hanno strappato sei seggi ai democratici.
Due seggi ancora da assegnare. A oltre 48 ore dalla chiusura dei seggi, due Stati non hanno ancora ufficialmente proclamato i risultati: Alaska e Washington.
In Alaska appare vincente la senatrice repubblicana uscente Lisa Murkowski candidatasi come indipendente dopo essere stata esclusa alle primarie repubblicane dal candidato dei Tea Party Joe Miller, appoggiato dalla ex governatrice dello Stato, Sarah Palin. La Murkowski è stata capace di ripresentarsi autonomamente e ora data in vantaggio sull’avversario con il 41% dei consensi contro il 34%. Ma la campagna di Miller solleva dubbi sulla regolarità del voto e ha chiesto una verifica sulla legittimità della candidatura della Murkowski. Il processo di verifica potrebbe durare alcune settimane. Entrambi i candidati si dicono certi della conquista del seggio.
Nello Stato occidentale di Washington, invece, appare in vantaggio il candidato democratico Patty Murray, con il 51% dei consensi, contro il 49% ottenuti dal repubblicano Dino Rossi. Ma sono stati scrutinati solo il 71% dei voti, e anche in questo caso si dovrà attendere per avere il risultato definitivo.
La nuova mappa del Senato. Per il resto, la nuova mappa del Senato è stata ridefinita in questi termini dal voto del 2 novembre: dei 37 seggi senatoriali in palio i repubblicani ne hanno conquistati 23, strappandone 6 ai democratici (Arkansas, Indiana, Illinois, Wisconsin, North Dakota e Pennsylvania).
I democratici ne hanno conquistati 12, mentre gli ultimi due (Washington e Alaska, appunto) restano da assegnare e con ogni probabilità andranno a un democratico (Murray) e a una repubblicana indipendente (Murkowski).
Alla luce dei risultati attuali, il Senato oggi vede ufficialmente eletti 52 senatori democratici (compresi i due indipendenti Joe Lieberman e Bernie Sanders) e 46 repubblicani.