STRASBURGO, FRANCIA – Le rivelazioni sullo spionaggio americano contro l’Unione europea ed i suoi Paesi portano la tensione a livelli mai visti tra le due sponde dell’Atlantico. E’ a rischio l’avvio, in programma per lunedi’ prossimo, del negoziato per creare la piu’ grande area di libero scambio del mondo. Lo chiede apertamente la Francia mentre il presidente Barack Obama, pur promettendo tutte le spiegazioni necessarie, replica con un sostanziale ”cosi’ fan tutti”, che per gli europei e’ inaccettabile.
La Ue, dice la Commissione, pretende che gli Stati Uniti siano ”trasparenti come ci si aspetta dagli alleati”. Ma difficile immaginare che da Washington arriveranno pentimenti: il capo della diplomazia Usa, John Kerry, ha gia’ risposto alla responsabile della politica estera europea, Catherine Ashton, incontrata nel Brunei, che la ”ricerca di informazioni non e’ inusuale”. Una linea che non tranquillizza affatto l’Europa. Dopo che gia’ ieri Parigi e Berlino avevano chiesto chiarimenti, anche Belgio e Austria hanno invitato gli ambasciatori Usa a dare spiegazioni.
E per quanto riguarda l’Italia, il presidente Napolitano ha parlato di ”vicenda spinosa, che dovra’ trovare delle risposte soddisfacenti”. Il ministro degli esteri, Emma Bonino, ha dichiarato che gli Usa daranno chiarimenti e che l’Italia e’ ”fiduciosa” che ”verranno fornite tutte le informazioni e assicurazioni necessarie”. Intanto da Berlino si chiede cautamente che dalla Ue arrivi ”una risposta univoca”.
Ma il candidato social-democratico alla cancelleria Peer Steinbrueck incalza la Merkel, che finora non e’ intervenuta in prima persona, e chiede che si fermi il negoziato per il ‘free trade agreement’. Proposta già lanciata da Francois Hollande. Washington, dice il presidente francese, deve smettere ”immediatamente” le sue attivita’ perche’ ”non possiamo accettare questo tipo di comportamento tra partner e alleati”. Non solo, sposando la linea lanciata ieri dalla vicepresidente della Commissione Viviane Reding, afferma che ”non potranno esserci negoziati o transazioni” con gli Stati Uniti ”fintanto che non avremo ottenuto da Washington le garanzie” di uno stop allo spionaggio cui sono vittime la Francia e la Ue”.
A dare voce all’indignazione europea al di la’ dei toni piu’ o meno diplomatici delle cancellerie e’ stato nuovamente il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che aprendo la plenaria di Strasburgo si e’ detto ”profondamente scioccato”, avvertendo che le rivelazioni, se verificate, sono ”un duro colpo” ai rapporti Ue-Usa. Ha poi annunciato di aver incaricato il presidente della Commissione Liberta’ Civili di seguire la vicenda: di fatto, un primo passo verso l’atto politicamente pesante dell’inchiesta parlamentare gia’ chiesta da alcuni gruppi.
Ma e’ con l’arma del sarcasmo che Schulz ha tirato l’affondo: giusta l’attivita’ anti-terrorismo, ha detto, ”ma dubito che la Ue pianifichi attacchi terroristici contro gli Usa”, quindi la sorveglianza ”e’ assolutamente inutile e inaccettabile”. Il caso sara’ al centro dell’agenda della riunione del Collegio dei Commissari che si terra’ martedi a Strasburgo, in coincidenza con la plenaria del Parlamento, che mercoledi’ aveva gia’ in scaletta un dibattito su Prism. E giovedi’ votera’ una risoluzione con cui l’Europa dira’ cosa pensa esattamente del ”big bad brother”, del ”grande fratello cattivo americano”.
