Cinquecento milioni di dollari, oltre 357 milioni di euro: tanto le industrie del petrolio e del carbone hanno speso, solo dal 2009 a oggi, per boicottare ogni legge sul cambiamento climatico. E moltissimi di questi soldi sono andati ai candidati del Tea Party, secondo cui l’effetto serra è una bugia, messa in piedi da quelle che chiamano ”alcune élites” che vogliono imporsi alla guida del mondo, facendo pagare nuove tasse alla gente che lavora. Insomma, anche su un dato ormai universalmente assodato come le variazioni del clima, i seguaci di Sarah Palin, al soldo di grandi gruppi energetici, parlano di un ”complotto” della sinistra statalista ai danni dei cittadini inermi.
La denuncia viene dalle colonne del New York Times in prima pagina, sottolineando come ormai tutti i candidati aderenti al Tea Party, nei loro comizi elettorali, neghino apertamente che l’attività dell’uomo possa aver danneggiato l’atmosfera, provocato l’acidità delle piogge o il surriscaldamento terrestre. Per dare più forza alle loro convinzioni, spostano la questione da un piano strettamente scientifico ad uno religioso.
Così tutto ciò che sostiene ormai da decenni la comunità scientifica mondiale viene smentito dall’esegesi biblica proposta da Rush Limbaugh, un conduttore della Fox, figura di riferimento per tantissimi milioni di ‘patrioti’ americani. ”Ho letto la Bibbia – osserva Norman Dennison, fondatore del Tea Party dell’Indiana – e lì c’è scritto che Dio ha dato la terra agli uomini perché potessero usarla”.
”Il cambiamento climatico è una cosa ridicola”, prosegue Kelly Khuri, un’altra militante seguace di Palin. ”Dietro la legge sul controllo delle emissioni nell’atmosfera c’è l’intento del governo di fare un sacco di soldi alle spalle dei cittadini”.
Secondo Lisa Deaton, una piccola imprenditrice del Midwest, ”i democratici stanno cercando di usare la minaccia del ‘global warming’ per andare contro la gente e toglierci la nostra libertà. Io sono una fervente cristiana e non posso pensare che tutte le materie prime che Dio ha piazzato nel sottosuolo del nostro Paese possano portarci alla distruzione”.
Un recente sondaggio della Cbs ha dimostrato che solo il 14% dell’elettorato del Tea Party crede che il riscaldamento globale sia un problema legato all’inquinamento del pianeta o che abbia già avuto i suoi effetti. Oltre il 50% di loro ritiene che l’effetto serra non produca alcuna conseguenza né ora né in futuro. Tanti, se si considera che la pensa così solo il 15% dei cittadini americani, nel loro insieme.
Anche Freedom Works, un’organizzazione molto sofisticata che sta dietro al Tea Party, da anni è lautamente finanziata dai petrolieri. I suoi militanti, in questi giorni di intensa campagna elettorale in tutti gli Usa, stanno distribuendo volantini in cui si definisce ogni iniziativa legislativa a difesa dell’atmosfera ”un abuso di potere”.
”Ogni legge che preveda l’aumento del costo dell’elettricità o limiti la produzione di anidride carbonica – si legge nel loro sito – potrà solo peggiorare le condizioni già drammatiche della nostra economia”. Finora tutti gli sforzi dell’amministrazione Obama per arrivare a una legge sul cambiamento climatico si sono scontrati con le resistenze interne alla maggioranza da parte dei democratici piu’ moderati. Inutile dire che se elezioni vedranno il successo dei repubblicani, questo tipo di normativa non vedrà mai la luce.
