MOSCA – Vladimir Putin arriva in Italia. La prima visita ufficiale dopo sette anni. Undici ministri e 50 macchine per due giorni nel Bel Paese del presidente russo. L’intero governo di Putin arriva a Roma a bordo di 5 aerei pronti a firmare 7 accordi istituzionali e supervisionare 20 accordi commerciali. Non solo appuntamenti con il governo italiano, vedrà Enrico Letta, ma anche con Papa Francesco, Silvio Berlusconi e Romano Prodi.
Marco Galluzzo scrive sul Corriere della Sera:
“Sin qui forse, nonostante tutto, nulla di straordinario: del resto l’Italia è il quinto partner commerciale, il secondo in Europa dopo la Germania; da anni l’interscambio cresce in modo costante, la fetta più corposa delle relazioni economiche deriva dal settore energetico, ma ormai la penetrazione delle aziende tricolori in un mercato sterminato svaria dalla meccanica all’automotive, dall’alimentare all’aeronautica. Domani a Trieste, dove Putin vedrà Letta, saranno in prima fila il Fondo strategico di Cdp, Unicredit, Eni ed Enel, Poste italiane e Mediobanca, Fincantieri e Cremonini, solo per citare alcuni gruppi italiani”.
Tra gli altri appuntamenti per Putin anche il vertice al Foro economico e poi la visita al Papa e a due ex premier, nonché suoi amici. Il primo è Silvio Berlusconi:
“Con il primo l’amicizia ha riempito le cronache degli ultimi anni: i viaggi del Cavaliere nelle dacie russe, l’ospitalità regale ricevuta al Cremlino, tante volte, la condivisione di spazi che nel tempo hanno visto crescere il piano umano, oltre a quello politico. A tal punto che negli ultimi giorni un’indiscrezione apparentemente incredibile è stata accreditata su alcuni organi di stampa: Putin che nomina Berlusconi ambasciatore russo presso la Santa Sede, gli fornisce un passaporto diplomatico, restituendogli mobilità internazionale”.
Il secondo, invece, è Romano Prodi:
“Con Prodi la consuetudine è forse meno personale, ma la stima e l’amicizia non sono meno saldi: qualche mese fa, nel palco del forum economico più importante della Russia, a Valdai, l’ex presidente della Commissione europea era l’ospite d’onore; qualche anno fa, al contrario di Schröder, lo stesso Prodi rifiutò un’offerta che il Cremlino non fa alle persone di cui non si fida ciecamente, guidare lo sviluppo del progetto South Stream”.