Mentre continua la tempesta politica causata da Wikileaks con la diffusione di 250 mila messaggi diplomatici segreti americani, il cerchio si sta stringendo intorno al sito web di Wikileaks ed al suo fondatore Julian Assange, a quanto riferisce il New York Times.
Assange deve fronteggiare nuove difficoltà legali ed operative da parte dei pubblici ministeri svedesi e dai servizi di pagamenti online che sono stati usati per trasferire donazioni alla sua organizzazione.
A interrompere i rapporti con Wikileaks è stato per primo PayPal, uno dei maggiori servizi di pagamenti online, seguito da amazon.com e EveryDNS.net, una compagnia (domain name company) che identifica le risorse degli Internet Protocol come i siti web. In una dichiarazione, PayPal ha fatto sapere di ”aver permanentemente interrotto il conto usato da Wikileaks”.
PayPal ha aggiunto di aver preso l’iniziativa ”a causa della violazione da parte di Wikileaks della PayPal Acceptable Use Policy, secondo cui i nostri servizi di pagamento non possono essere usati per attività che incoraggiano, promuovono, istruiscono o facilitano altri ad impegnarsi in attività illegali”.
PayPal ha detto che ”il titolare del conto” è stato informato.
D’ora in avanti se qualcuno intende servirsi di PayPal per effettuare versamenti a Wikileaks viene avvertito che ”il destinatario non è attualmente autorizzato a ricevere denaro”.
Secondo il Nyt, Assange e i suoi associati hanno rivelato molto poco sull’entità delle loro condizioni finanziarie, o l’ammontare del denaro che l’organizzazione ha raccolto, ma hanno precisato di avere una vasta rete per sollecitare donazioni e ricevere il denaro abbastanza robusta da rendere vani i tentativi di soffocare le loro linee di finanziamento.
Tentativi di ottenere reazioni dall’amministrazione del presidente Barak Obama riguardo ad accuse secondo cui essa è coinvolta nei tentativi di isolare Wikileaks non hanno avuto successo. Ma da quando Wikileaks ha cominciato mesi fa a diffondere documenti segreti del Pentagono sulle guerre in Afghanistan e Iraq, funzionari governativi hanno fatto sapere che il Pentagono e il ministero della Giustizia stanno valutando azioni penali e iniziative per prevenire altre rivelazioni, però nessuna misura punitiva è stata ancora intrapresa.
Ore dopo l’iniziativa di Amazon che ha vietato a Wikileaks di pubblicare documenti segreti ed altro materiale suoi suoi server, Assange e i suoi associati sono passati ad un nuovo server in Svizzera e si sono dati un nuovo domain name, www.wikileaks.ch, affermando di essere sicuri di superare in astuzia qualsiasi dei governi intenzionati a chiudere Wikileaks.
Frattanto Assange continua a rischiare l’arresto in Gran Bretagna per via di accuse a sfondo sessuale che gli sono state mosse in Svezia. Karin Rosander, portavoce dell’ufficio del procuratore di Stoccolma, ha dichiarato che Marianne Ny, procuratrice capo nel caso, ha distribuito una nuova versione del mandato di arresto europeo diffuso la settimana scorsa chiedendo a tutti i governi europei di arrestare Assange ed estradarlo in Svezia per essere interrogato.
Assange, che è stato visto per l’ultima volta a Ginevra il 5 novembre, a quanto se ne sa è ospite di amici in un luogo imprecisato dell’Inghilterra sudorientale, non lontano da Londra. Secondo il Nyt, non è chiaro se Scotland Yard arresterà Assange dopo l’emissione in Svezia del nuovo mandato di cattura europeo.