Cresce l’attesa per la pubblicazione annunciata da Wikileaks di una valanga di documenti che riguardano comunicazioni tra il Dipartimento di Stato Usa e più paesi con il rischio di creare un “imbarazzo diplomatico” planetario e molti danni alle relazioni tra Washington e il resto del mondo.
Da giorni il Dipartimento di Stato sta avvertendo del pericolo le cancellerie di mezzo mondo, Italia inclusa, per anticipare la notizia della diffusione dei documenti e smorzare eventuali reazioni, sono trapelati i primi dettagli concreti con la pubblicazione temporanea – e per errore – ieri sera di un articolo del settimanale tedesco Der Spiegel, poi scomparso dalla rete, in cui in primo luogo si indica a questa sera alle 22.30 italiane la pubblicazione del materiale.
Secondo lo Spiegel, inoltre, ad essere diffusi saranno 251287 cosiddetti “cablogrammi diplomatici” inviati al Dipartimento di Stato a Washington dalle ambasciate, dai consolati e dalle rappresentanze diplomatiche americane in tutto il mondo, oltre a 8.000 “direttive” del ministero degli Esteri Usa alle sedi diplomatiche in tutto il mondo. Tra la mole di documenti in possesso di Wikileaks, sarebbero tuttavia solo 4330 i documenti “esplosivi”. In Italia continuano a rincorrersi le voci sui possibili contenuti dei documenti che verranno rivelati questa sera e che potrebbero riguardare anche esponenti del governo: a questo proposito oggi Repubblica sottolinea l’importanza del dossier Russia e della speciale relazione tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il premier russo Putin Vladimir (presidente fino al 2008), citando fonti al Dipartimento di Stato in un lungo articolo dal titolo ”L’amicizia speciale Berlusconi-Putin, il dossier che preoccupa Palazzo Chigi”.
Il Corriere della Sera pubblica invece una’intervista al ministro degli Esteri Franco Frattini che smentisce la definizione di ‘complotto’, ma insiste sulla ”preoccupazione per la combinazione di fattori diversi che combinati insieme potrebbero danneggiare l’immagine dell’Italia e il nostro interesse nazionale” sottolineando inoltre che con la diffusione dei documenti Wikileaks commette “una palese violazione di una norma di legge, perseguibile penalmente”. E invita anche la magistratura italiana ad indagare su Wikileaks e sul suo leader Julian Assange e a possibili procedimenti penali: ”credo che la magistratura dovra’ valutarlo seriamente”. Sempre per quanto riguarda l’eventualita’ di valutazioni americane sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la Stampa cita la battuta ”Obama abbronzato” e aggiunge ”L’america si arrabbio”’ oltre a ricordare le ”perplessita”’ sui rapporti con Putin e Gheddafi.
La Stampa riferisce poi dell’errore della diplomazia americana che per la successione a Giovanni Paolo II ”aveva scommesso su un candidato sudamericano”. In questo caso Wikileaks sembra non entrarci e il quotidiano di Torino cita documenti del Dipartimento di Stato ottenuti tramite le norme sul ‘Freedom information act’ e titola: ”Eletto Ratzinger gli americani sono sotto choc”.