ROMA – “Caro Monti, li ha sulla coscienza”. I professori sono responsabili ma se ne lavano le mani. Ora si muove l’Ue ma non l’Italia. Questo il titolo dell’articolo a firma di Vittorio Feltri sul Giornale:
Il collega Riccardo Pelliccetti sabato 11 gennaio ha commentato in modo impeccabile la storia dei marò sequestrati dagli indiani e che ora rischiano (sul serio) di essere condannati a morte. A me non rimane che aggiungere qualche considerazione sulla conclamata stupidità delle nostre istituzioni, buone a nulla ma capaci di compiere impunemente qualsiasi nefandezza.
Quando spararono ad alcuni pirati (o pescatori: il loro mestiere è un’opinione), i due militari non erano in crociera, ma in servizio, cioè comandati di proteggere con le armi una nave italiana. La sparatoria non avvenne in acque indiane, bensì internazionali, dove le autorità col turbante non avevano e non hanno alcuna giurisdizione. Ciononostante, il comandante della nostra imbarcazione ubbidì a un ordine straniero illegittimo: attraccare in India e consegnare i cecchini alla polizia locale. E questa è la prima assurdità, che non ha mai avuto una spiegazione logica. Amen.
I marò, manco a dirlo, furono immediatamente fermati e sottoposti a indagini. Lo scopo era chiaro: processarli e condannarli.Perché?L’India è un Paese come tutti gli altri: quando si tratta di andare a votare, i candidati cercano di dimostrare di essere dei duri e di meritare il voto dei bischeri che si recano alle urne.
Il nostro ministero degli Esteri ne era consapevole, ma, non sapendo come gestire la grana, finse di fidarsi degli indiani. I quali fecero appunto gli indiani. Trattennero i militari e buona notte. Quando ormai tutto sembrava compromesso, gli stessi indiani si resero conto di averla fatta grossa e concessero ai marò di rientrare in patria per le feste: licenze premio. Paradossale (…)