
ROMA – Enrico Letta, il premier “bamboccione” in mano a un novantenne, Giorgio Napolitano, scrive Fausto Carioti su Libero, “asrร lui”, il presidente della Repubblica, “a decidere il suo futuro”.
L’articolo di Carioti:
Non che manchino le scuse. Ieri Letta ne ha persino tirata fuori una buona: allโorigine di tante ยซturbolenzeยป politiche che hanno impedito al governo di lavorare, ha detto, cโรจ ยซla sentenza che ha riguardato uno dei tre leader che hanno fatto nascere questo governoยป, insomma il caso-Berlusconi che ha sconquassato la maggioranza. E qualcosa di vero ovviamente cโรจ. Ma รจ la normalitร , non unโeccezione che le coalizioni siano scosse da fattori esterni. Un esempio? Tra cinque mesi ci saranno le elezioni europee e la campagna elettorale รจ giร iniziata.
Matteo Renzi ha cominciato a far sentire i tacchetti sugli stinchi degli alleati, il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano ha fatto sapere che lโipotesi di una crisi di governo non lo spaventa e Scelta Civica ha assicurato che il voto di fiducia รจ stato lโยซultimo appelloยป a Letta: o si cambia o persino loro se ne vanno. ร solo lโinizio: il copione dei prossimi mesi prevede botte da orbi. E dopo lโestate (sempre ammesso che non si trasformi il 25 maggio in un election day, come sognano tanti renziani e berlusconiani) partirร lacampagna per le politiche della primavera del 2015, alle quali gli alleati di oggi correranno come avversari non per un seggio secondario a Strasburgo, ma per governare il Paese durante la prossima legislatura.
Insomma, le ยซturbolenzeยป causate da fattori esterni possono solo peggiorare e chi governa avrร sempre unโottima scusa per dire che la colpa non รจ sua. Sarร giร un miracolo se dal caos attuale riuscirร ad emergere, prima del voto, una legge elettorale appena decente. La veritร รจ che se un governo eย una maggioranza sono forti le riforme le fanno comunque, se invece riescono solo a galleggiare non vanno piรน in lร dei provvedimenti clientelari (ยซmarchetteยป, in gergo parlamentare) con cui in questi giorni sono stati inzeppati il decreto Salva-Roma e il cosiddetto Mille-proroghe. Manca lโin – tesa per abolire le province e una vera riforma della giustizia possiamo scordarcela (ยซnon penso che lโItalia abbia bisogno della mega riforma, ma di alcuni tasselli che riescano a sbloccare i nodiยป, ha detto ieri mastro Letta).
Perรฒ far piovere 20 milioni sul trasporto pubblico calabrese e altri 23 milioni sulle ferrovie della Valle dโAosta รจ facile. Basta seguire lโau – rea regola del log-rolling, concime di ogni sottobosco parlamentare: io deputato di destra e del Nord voto una ยซmarchettaยป a te, che sei di sinistra e del Sud, e tu voti una ยซmarchettaยป a me. Cosรฌ alla fine ambedue leยซmarchetteยป diventano legge e siamo tutti contenti (esclusi i contribuenti, che tanto non hanno voce in capitolo). Il crescente ricorso del governo al voto di fiducia (ieri รจ accaduto sia al Senato che alla Camera, suย due distinti provvedimenti), conferma perรฒ che nemmeno una simile logica di scambi puรฒ andare avanti a lungo, se non cโรจ una strategia politica in grado di tenere insieme il tutto. Letta sostiene che il collante esiste ed รจ di tipo generazionale. ยซIl 2013 รจ stato lโanno di una svolta senza precedenti, quella della generazione di quarantenniยป, ha sostenuto il presidente del Consiglio alludendo a se stesso, a Renzi e ad Angelino Alfano. Insieme, ha detto, ยซabbiamo lโanno prossimo la possibilitร di far svoltare lโIta – liaยป. Si รจ smentito subito dopo, chiamando per nome il vero protagonista di questa fase, lโunico che nel 2013 ha saputo tenere insieme tutti i pezzi del mosaico e che รจ in grado di farlo nei prossimi dodici mesi: ยซLโItalia ha avuto in Napolitano un punto essenziale saldo, fermo e attento al dettato costituzionaleยป. Sulla stretta aderenza del Capo dello Stato al ruolo che gli riserva la Costituzione si puรฒ discutere, ma sul resto Letta ha piรน ragione di quanto lui stesso creda: lโItalia รจ stata e rimane nelle mani di un abilissimo politico nato lโanno in cui fu inventata la televisione e il governo Mussolini impose lโobbligo del saluto romano.
Altro che ยซsvolta generazionaleยป: tutto dipende da un signore la cui etร supera di tre anni quelle dei due homines novidel Pd, Letta e Renzi, messe insieme. Senza Napolitano non ci sarebbe stato il governo Letta, imposto e mantenuto in vita dal presidente della Repubblica, non ci sarebbe stata la scissione del Nuovo Centrodestra di Alfano da Forza Italia e probabilmente Pier Luigi Bersani non avrebbe avuto in sorte la brutta fine che gli ha riservato il Colle, lasciando cosรฌ campo libero allโascesa del sindaco di Firenze. Piaccia o meno ai tre ยซquarantenniยป rampanti (e a Renzi di sicuro non piace), sono tutti nipotini di nonno Giorgio. Il terremoto che ha fatto cadere la generazione politica dei Massimo DโAlema e dei Silvio Berlusconi non lo hanno scatenato gli en – fants terribiles post-ideologici e twittanti con la loro formidabile carica innovativa (della cui esistenza ancora non si hanno prove), bensรฌ un ottantottenne che prese la tessera del Pci nel 1945. Che รจ anche lโunico autorizzato a parlare di futuro, visto che sarร lui a deciderlo. La tragedia italiana, in estrema sintesi, รจ tutta qui.
