ROMA – Guerra in Mali, Al Qaeda attacca. Il Corriere della Sera: “La vendetta dei terroristi di Al Qaeda per l’intervento militare francese in Mali: decine di occidentali rapiti in Algeria, due sono stati uccisi. L’Italia intanto assicura sostegno al governo di Parigi con aerei e istruttori. Le bombe. I terroristi hanno preso d’assalto ieri una centrale per l’estrazione del gas a In Amenas, in Algeria, al confine con la Libia. È, questa, la risposta alla concessione fatta da Algeri all’aviazione francese di poter sorvolare il proprio territorio per condurre i bombardamenti. Le truppe. La missione francese in Mali è al settimo giorno, mentre sul fronte tra Nord e Sud sono iniziati i combattimenti corpo a corpo. I blindati francesi sono entrati a Diabali, a 400 chilometri dalla capitale Bamako.”
Dalle oasi libiche a Timbuctù. L’arsenale segreto dei jihadisti. L’articolo a firma di Guido Olimpio:
“I servizi di sicurezza americani, francesi e italiani, in questi mesi, hanno indicato alcune delle rotte dei trafficanti. La prima ha come perno l’oasi libica di Gadames, al confine con Algeria e Tunisia. E’ strategica, serve molti clienti, è tra le preferite dei qaedisti, anche tunisini. Da Bengasi si dipana quella che rifornisce, via Egitto, i palestinesi nella striscia di Gaza. Attiva come non mai, spedisce sopratutto razzi. Quella «centrale», che ruota attorno a Sebha e Mourzuk, sfrutta la vecchia via del sale. Infine nel Sud-Est il quadrante di Kufra. Qui arrivano e agiscono intermediari locali e i loro «colleghi» provenienti dal cuore dell’Africa. Indaffarati, ovviamente, i tuareg. Quelli di credo islamista e i laici del movimento Azawad. Tanti di loro avevano militato nell’esercito libico e se ne sono andati quando hanno capito che per il raìs era finita. Ma non hanno rinunciato ai loro sogni di indipendenza nel Mali e li hanno alimentati portandosi dietro un po’ di armi. Poi, grazie ai contatti, ne hanno procurate altre finite spesso alle fazioni jihadiste, dal Mujao Aqim, oggi impegnate negli scontri con la Francia. Un flusso sviluppatosi per fasi con il crescere della tensione nel Sahel.”
Istruttori e aerei da trasporto. L’Italia pronta a dare una mano. L’articolo a firma di Maurizio Caprara:
“Senza truppe sul terreno, ma fornendo soprattutto mezzi, l’Italia si prepara ad appoggiare l’offensiva militare cominciata dalla Francia la settimana scorsa contro le milizie fondamentaliste islamiche che controllano il Nord del Mali. In tempi che ieri non risultavano ancora definiti nei dettagli, dal nostro Paese dovrebbero partire: una ventina di istruttori tenuti a contribuire ad addestrare le forze armate regolari maliane, divisa in due gruppi da una decina; aerei militari da trasporto C 130-J e C-271 utili ai francesi o alle forze armate di Paesi africani; Boeing 767 in grado di rifornire in volo di carburante caccia amici come nella guerra del 2011 in Libia. Il presidente francese François Hollande non ha escluso anche droni, aerei senza pilota.”
«Redditometro contro spudorati e finti poveri». L’articolo a firma di Antonella Baccaro:
“E di queste novità dovrebbe arricchirsi la circolare che l’Agenzia delle Entrate deve emettere per chiarire tutti i dubbi sul nuovo redditometro ma soprattutto per «aggiustare il tiro» e sopire una volta per tutte le polemiche politiche. Ieri anche la Corte dei conti ha chiesto cautela affinché si eviti «un uso disinvolto delle informazioni non verificate». Mentre il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha chiesto il ritiro dello strumento di accertamento, che pure è stato messo a punto dal governo Berlusconi. Ma più che per una marcia indietro è probabile che il governo Monti opti per una frenata, operata appunto attraverso la circolare. Di questo dovrebbero aver parlato ieri sera a Palazzo Chigi il premier Mario Monti e il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera in un incontro che è stato presentato come uno scambio di informazioni sulle entrate.”
Lavoratori dipendenti, così la griglia delle verifiche del fisco sui redditi. L’articolo a firma di Isidoro Trovato:
“Per aiutare a capire meglio, i Consulenti del lavoro hanno individuato quattro casi esemplari in cui redditest e redditometro si incrociano creando una griglia del tutto virtuale. «Partiamo con un esempio legato al turismo — spiega Rosario De Luca, responsabile Fondazione studi dei Consulenti del lavoro — se, compilando il Redditest alla voce “Spese per Alberghi” si indica un importo pari a zero, viene comunque conteggiato un valore di 660 euro annui così come previsto dalla media Istat. Si tratta in sostanza di alcune voci di costo che comunque sono presuntivamente considerate come effettuate, anche se ciò realmente non avviene. Rientrano nella categoria delle spese considerate non strettamente necessarie per la sopravvivenza del contribuente e del suo nucleo familiare: gioielleria, argenteria, orologi, saloni di bellezza, parrucchieri, barbieri, estetiste, che quindi nel redditest concorrono a determinare l’incoerenza del contribuente».”
Bersani-Monti, prove d’intesa. La Stampa: “Ancora scintille tra Monti e Berlusconi mentre il Professore e Bersani accorciano le distanze dopo il colloquio di ieri. Sul fronte scandali, arrestato a Parma l’ex sindaco Pdl, Vignali coinvolto in un giro di mazzette. Nuovi guai dalle quote latte per la Lega: perquisiti gli uffici a Milano e Torino per il crac di una coop.”
Bufera quote latte. Blitz della Finanza nelle sedi della Lega. L’articolo a firma di Paolo Colonnello:
“È all’interno di un passivo di oltre 150 milioni di euro per la bancarotta della società cooperativa «La Lombarda» che la Procura di Milano pensa di aver trovato una traccia che porta a un’ipotesi di corruzione nei confronti di alcuni funzionari pubblici e politici. I quali, in cambio di mazzette e favori, avrebbero dato appoggio alla causa degli allevatori che non volevano pagare le multe dell’Unione Europea sulle quote latte per eccesso di produzione. Multe che, pur acclarate, sono rimaste inesigibili se non in piccola parte e pesano adesso sulle spalle di tutti gli italiani per circa 4 miliardi di euro. È questo il motivo che l’altra sera ha determinato l’arrivo della Guardia di Finanza nella sede della Lega Nord di via Bellerio a Milano e in quella di via Poggio a Torino. I militari, su ordine del pm Maurizio Ascione, avevano il compito di perquisire gli uffici della segretaria di Umberto Bossi, Daniela Cantamessa e della segretaria amministrativa della Lega piemontese Loredana Zola, entrambe sentite come persone informate sui fatti, ovvero testimoni per i loro rapporti con gli ex amministratori della società fallita. Alle perquisizioni hanno assistito anche diversi parlamentari: Maroni, Calderoli e Bossi a Milano; e Roberto Cota (che non è parlamentare) a Torino.”
Parma, arrestato l’ex sindaco Pdl. L’articolo a firma di Fabio Poletti:
“Nelle intercettazioni erano assai ossequiosi: «Lo vuole “il Papa”…». E al Papa mica si può dire di no. Un onnipotente, l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali del Pdl, «noto amministratore locale ed ex sindaco», scrivono gli investigatori della Guardia di finanza, che dopo mesi e mesi di indagine gli hanno messo le manette e lo hanno portato poi agli arresti domiciliari per corruzione e peculato. Con lui Luigi Giuseppe Villani, il coordinatore provinciale del Pdl diventato poi vice presidente di Iren, colosso dell’energia, che prima di salire sull’auto delle Fiamme gialle fa il sarcastico: «E’ cominciata la campagna elettorale…». Stessa sorte per Andrea Costa, ex alto dirigente delle holding di Palazzo del Governatore e per l’imprenditore Angelo Buzzi, editore del giornale «Polis» e presidente di Iren Emilia. Gli investigatori della Guardia di finanza hanno sequestrato agli arrestati oltre 3 milioni e mezzo di euro in beni mobili e immobili. Più della metà a disposizione dell’ex sindaco Pietro Vignali, dimessosi per un altro scandalo il 28 settembre 2011, che solo tre mesi fa andava ripetendo: «Non escludo di tornare in politica… Qualche offerta l’ho anche avuta…». Offerte ed elargizioni per tutta la campagna elettorale 2007, hanno scoperto in Procura. Tanto che il comandante delle Fiamme gialle di Parma Guido Maria Geremia va giù duro: «E’ emersa la propensione a delinquere dei soggetti coinvolti… Abbiamo accertato un danno all’erario di milioni di euro…». Poi, si toglie un sassolino dalla scarpa: «In questi mesi abbiamo visto il tentativo a livello nazionale e locale per ostacolare le indagini… Anche con decine di interrogazioni parlamentari».”
Herr Guardiola. L’articolo a firma di Giulia Zonca:
“La scelta di Pep Guardiola definisce il suo mondo: poteva sedersi sulla panchina di qualsiasi squadra, poteva firmare per soldi facili in campionati comodi, poteva pretendere rose impressionanti, lui ha scelto il posto dove era più facile ricostruire un modello di gioco e di vita, il Bayern Monaco. Non sarà il nuovo Barcellona, Guardiola è cresciuto nell’universo blaugrana e sa che non è esportabile quindi si trasferisce in una realtà molto strutturata dove i colpi di testa sono pochi, dove la società è forte e ognuno ha un ruolo preciso, dove non ci sono oligarchi umorali o emiri ansiosi. Ha deciso prima di Natale e ha firmato fino al 2016. Non circolano cifre (anche se è facile credere che diventerà il tecnico più pagato) però l’agente, José María Orobitg, garantisce: «Altre società hanno offerto di più, ma Pep ha preferito il progetto migliore». Lo ha convinto Matthias Sammer, ex interista, pallone d’oro sottovalutato e uno dei nomi che circolano più spesso quando si parla del successo della Bundesliga. Sammer, abituato a reclutare i migliori giovani come capita anche per Jan Kirchoff, che arriverà dal Magonza in estate, o per Sebastian Rode, ancora al Francoforte ma in cima al libro dei desideri dei bavaresi, sarà il braccio destro di Pep e la sola persona che il catalano non può (e non vuole) spostare. Per il resto dello staff, mano libera.”