
ROMA – “È diritto di critica – scrive il Fatto Quotidiano – definire Marina Berlusconi “presidentessa della refurtiva”, tenuto conto del contesto in cui l’espressione è stata usata”.
L’articolo del Fatto Quotidiano. Lo ha stabilito la Prima sezione civile del Tribunale di Roma che ha dato ragione al nostro direttore Marco Travaglio, che aveva definito così la figlia dell’ex premier in un suo editoriale. La presidentessa della Fininvest dovrà anche rimborsare il Fatto delle spese processuali dato che la sua richiesta di risarcimento è stata rigettata. L’editoriale era stato pubblicato il 15 luglio 2011, sei giorni dopo che Marina aveva rilasciato un’intervista a Panorama (giornale del gruppo che presiede). Sul settimanale l’imprenditrice criticava la sentenza di condanna alla Fininvest a risarcire la Cir di De Benedetti con 540 milioni di euro. Diceva Marina Berlusconi: è “una sentenza assurda… in cui è stato fatto scempio della verità”. Proprio a questa intervista era dedicato l’editoriale di Travaglio, dove si spiegava che la Fininvest era stata condannata dalla sentenza della Corte d’Appello a risarcire la Cir “per lo scippo della Mondadori”. Scrive Travaglio: “Posto che la Fininvest è lo scippatore, De Benedetti è lo scippato e la Mondadori è la refurtiva, e posto che, senza la sentenza comprata, Mondadori e dunque Panorama apparterrebbero a De Benedetti, questo è un caso di ricettazione e riciclaggio giornalistico: la presidente del gruppo scippatore usa la refurtiva per sparare sul gruppo scippato, un po’ come se un topo di appartamenti rubasse un televisore in una villa e poi lo lanciasse sulla testa del derubato”.
Subito Marina ha agito contro il Fatto. Ma i giudici non le hanno dato ragione. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice afferma che è “pienamente lecito da parte del giornalista dissentire da quelle che l’attrice definisce come ‘legittime critiche e perplessità sul contenuto della pronuncia’ della Corte d’Appello” “ironizzando, proprio al fine di enfatizzare il paradosso che da quelle critiche scaturisce, sui risvolti penali che a suo avviso discendono dai commenti della controparte”(…).
