
ROMA – “Tartuffe a Corte“, questo il titolo dell’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano (30 luglio 2013). “Nel Paese di Tartuffe, che con buona pace di Moliรจre non รจ la Francia ma lโItalia” scrive Travaglio “Piรน che un delitto, unโabitudine. Una specialitร della casa. In fondo andรฒ cosรฌ anche per Al Capone: era il capo della mafia americana, ma riuscirono a incastrarlo solo per evasione fiscale.”
Ecco uno stralcio dell’articolo:
“Solo che in America lโevasione รจ galera sicura, dunque non occorse altro per togliere il boss dalla circolazione. Da noi un evasore che tentasse di entrare in galera verrebbe respinto dalle leggi, che sono inflessibili. Per finire in carcere, sottrarre milioni allโerario non basta: bisogna rubare almeno un limone.
Eccoli dunque lรฌ, i politici di destra, centro e sinistra, che con Al Tappone han fatto affari, inciuci, libri, comparsate tv, bicamerali, riforme bipartisan, alleanze piรน o meno mascherate, e i giornalisti e glโintellettuali al seguito, tutti tremanti sotto la Cassazione. Paradossalmente, il meno preoccupato รจ proprio lui: B. lo sa chi รจ B. e non ne ha mai fatto mistero.
E ha costruito un sistema politico-mediatico perfetto: se lo assolvono, sarร la prova che era un innocente perseguitato; se lo condannano, sarร la prova che รจ un innocente perseguitato. A tremare sono tutti gli altri: gli ipocriti che lo circondano da ventโanni, fingendo di non vedere e tacendo anzichรฉ parlare. Infatti del merito del processo Mediaset, delle prove schiaccianti sul ruolo centrale di B. nella costruzione di una macchina perfetta di decine di societร offshore per frodare il fisco e portare fondi neri allโestero da usare per corrompere politici, giudici, forze dellโordine e funzionari pubblici, non parla nessuno.
ร il trionfo di Tartuffe: tutti aspettano che i giudici della Cassazione dicano ciรฒ che tutti sanno benissimo, anche se nessuno osa dire nulla. Oppure delirano, come Letta e Boldrini, che escludono conseguenze sul governo in caso di condanna: come se il pericolo fosse che B. molli il Pd, e non che il Pd resti avvinghiato a un evasore pregiudicato. Viene in mente la storiella raccontata da Montanelli per sbertucciare unโaltra ipocrisia italiota, quella dellโintellighenzia โde sinistraโ che negli anni 70 negava il terrorismo rosso: โUn gentiluomo austriaco, roso dal sospetto che la moglie lo tradisse, la seguรฌ di nascosto in albergo, la vide dal buco della serratura spogliarsi e coricarsi insieme a un giovanotto. Ma, rimasto al buio perchรฉ i due a questo punto spensero la luce, gemette a bassa voce: โ Non riuscirรฒ dunque mai a liberarmi da questa tormentosa incertezza? โโ..”
