Il Corriere della Sera: “Balzo di Marine Le Pen, segnale all’Europa”. La scossa populista. Editoriale di Massimo Nava:
“Come in altri momenti cruciali della storia recente, le nubi nere per lโEuropa arrivano ancora dalla Francia. Il successo del Fronte Nazionale di Marine Le Pen al primo turno delle elezioni amministrative, al di lร di risultati cittร per cittร e battaglie localistiche, รจ un messaggio di esasperazione populista, di rigetto della politica, di paura dellโEuropa, rafforzato da un astensionismo record. Se quasi quattro cittadini su dieci decidono di non partecipare allโelezione del proprio sindaco, significa che la malattia transalpina รจ grave e che il contagio โ giร cosรฌ diffuso nelle societร europee โ potrebbe estendersi.
A poche settimane dalle elezioni continentali, sarร complicato contenere โ in Francia e in Europa โ lโeffetto emozionale e mediatico che sale dalle municipalitร francesi. Il binomio astensionismo-populismo complica pesantemente il quadro politico nazionale, disgrega il tradizionale bipolarismo destra-sinistra, radicalizza il confronto fra i maggiori partiti e rischia di snaturare le basi ideali e culturali della destra gollista, con conseguenze drammatiche sulla politica del Paese e quindi sul rapporto di Parigi con lโUnione Europea.
ร possibile che al secondo turno di domenica prossima i francesi correggano i risultati del primo e che, alla fine, per effetto di triangolari e alleanze, il Fronte Nazionale non conquisti un grande numero di municipalitร . Ma questo non modificherร il corso di una dinamica sociale che si รจ stabilmente estesa a tutto il territorio, seducendo giovani e disoccupati, strati popolari, ceti borghesi e periferie. ร inimmaginabile che i partiti tradizionali trovino in fretta i rimedi, ingaggiando una corsa contro il tempo e โ in definitiva โ contro sรฉ stessi: contro i riti della politica, le posizioni di potere, gli apparati, lโelitismo paralizzante”.
Non riconosce le associazioni di imprese o sindacati, almeno non a tal punto da temerle, da farsene condizionare: se lo criticano, dice, รจ buon segno. E il concetto vale sia per il leader della Cgil che per il presidente di Confindustria: se da sponde opposte hanno qualcosa da dire contro lโesecutivo รจ un motivo in piรน per chiamarli ยซstrana coppiaยป, il cui consenso interessa in modo minimo. ยซA me interessa il consenso delle famiglie italiane, non quello delle associazioniยป.
Intervistato dal Tg1 Matteo Renzi replica per la prima volta in modo formale, e deciso, alle accuse sulle misure annunciate o giร approvate da Palazzo Chigi. Per Susanna Camusso il governo รจ partito malissimo sul contratto di lavoro, per Squinzi poteva calibrare in modo diverso i tagli del cuneo fiscale.
ยซDevono prendere Mario Moretti e mandarlo a casaยป: la prima volta che Diego Della Valle lโha detto pubblicamente รจ stata quattro anni fa. ร da allora che sui binari italiani volano gli stracci, dagli insulti alle carte bollate. Anche se lui, lโamministratore delegato delle Ferrovie che ha appena minacciato di andarsene in caso di decurtazione del suo stipendio, dice che la cosa non lo sfiora. Invitando semmai a dare unโocchiata ยซai conti traballantiยป (libera interpretazione di una versione originale irripetibile) di Italo, il suo concorrente di cui Della Valle รจ azionista insieme a Luca Montezemolo.
Cosรฌ sicuro di sรฉ, Moretti, da rivendicare di essere riuscito a sfatare il teorema di Giulio Andreotti, secondo cui ยซesistono due tipi di pazzi: chi crede di essere Napoleone e chi pensa di poter risanare le Ferrovieยป. E questo ha certamente il suo prezzo. Per esempio, insiste, stipendi in linea con il mercato. A cominciare dal proprio, 873.666 euro lโanno? La sua tesi, di fronte alla prospettiva dei tagli fatti balenare da Matteo Renzi, รจ al limite della provocazione: ยซIo posso lavorare anche gratis, ma i miei dirigenti devono essere retribuiti adeguatamente. Dove trovo un direttore finanziario o un capo delle risorse umane adatto per unโazienda come questa, se non posso pagarlo almeno 400, 450 mila euro lโanno? Me lo dicano se non รจ cosรฌ. Lโalternativa รจ che si chiudeยป. Nessuno, ovvio, pretende che lโamministratore delegato delle Ferrovie lavori senza un compenso. Non succede in nessun Paese del mondo. Ma il problema di come devono essere retribuiti manager pubblici che spesso intascano paghe e bonus ingiustificati, esiste eccome. Anche se non si puรฒ certo risolvere introducendo tetti che danno unโeffimera soddisfazione alla demagogia ma che poi, la cronaca lโha dimostrato, si possono facilmente aggirare.
La prima pagina de La Repubblica: “Spunta bonus in busta paga”.
La Stampa: “Francia, boom dell’estrema destra”.
Il Giornale: “Dopo la casa i treni”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
Azionisti miliardari contro manager miยญlionari. ร una delle novitร dell’era Renยญzi, un magico mondo dove tutยญto รจ possibile. ร possibile fare finta di niente per una casa utiยญlizzata in modo misterioso grazie a un rapporto ambiยญguo con un signore al quale il sindaco di Firenze aveva dato appalti e incarichi. ร possibiยญle sputtanare uno dei pochi manager pubblici di valore, Mauro Moretti, un comuniยญsta alla rovescia: detestato dai lavoratori pendolari ma amato dai borghesi che finalยญmente possono attraversare l’Italia su treni veloci, puliti e in orario. Renzi vuole tagliarยญgli lo stipendio (alto ma in liยญnea con quello dei suoi colleยญghi europei) e fin qui va anche bene. Quello che non si capiยญsce รจ l’accanimento del preยญmier, quasi lo stipendio fosse un pretesto per costringerlo alle dimissioni. E perchรฉ mai? La veritร รจ che Moretti รจ il nemico numero uno degli amici numero uno di Renzi. Parlo di Luca Montezemolo e di Diego Della Valle, i due braยญvi e prestigiosi imprenditori che hanno cercato, con il proยญgetto Italo, di togliere allo Staยญto il monopolio delle ferrovie. Una operazione da miliardi di euro che stenta a decollare proprio per l’opposizione, i diยญspettiย e le ripicche di Moretti che ha blindato a suo favore la rete italiana.
In questo senso va letta la presa di posizione di ieri di Diego Della Valle contro Moยญretti. Strano no? Un imprendiยญtore privato che entra a gamยญba tesa su una polemica tra il premier e un suo manager. Parla Della Valle, pensiamo, anche a nome del suo socio di treni Montezemolo. Diciaยญmo che siamo in un leggero conflitto di interessi, che a questo punto coinvolge anยญche il presidente del Consiยญglio. Con che treno sta Renzi?