ROMA – “Disco verde al Senato, ora la questione Province passa alla Camera – scrive Brunella Bolloli su Libero –ย LโAula di Palazzo Madama ha votato sรฌ alla fiducia posta dal governo Renzi sul cosiddetto ddl Delrio che prevede lo svuotamento e la riorganizzazione delle Province. A favore del maxiemendamento, interamente sostitutivo del disegno di legge, hanno votato 160 senatori, contro 133″.
Erano presenti 296 senatori,con 293 votanti, una ventina gli assenti (anche tra i banchi del centrosinistra), e risultano nove voti in meno rispetto alla fiducia incassata il 25 febbraio. Insomma, non proprio un successone, ma il Senato ha dato il via libera e ora il provvedimento deve tornare alla Camera in terza lettura senza indugi, visto che il ddl scade il 7 aprile. Tra le novitร contenute nel testo lโistituzione di dieci Cittร metropolitane, il trasferimento di alcune delle funzioni delle Province a Comuni e Regioni, la trasformazione degli organi provinciali in enti di secondo grado.
Sia il premier Matteo Renzi, sia il suo braccio destro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, hanno tirato un sospiro di sollievo per una norma che ha attraversato parecchi ostacoli e non รจ detto sia davvero risolutiva. Delrio ha twittato soddisfatto: ยซUn Paese piรน semplice e capace di dare risposte. Non piรน elezioni perle province e dopo 30 anni le Cittร metropolitaneยป. Scampato pericolo quindi, nonostante lo stop and go dei giorni precedenti e la discussione tuttโaltro che serena sul tema. Il rischio, insomma, era che la riforma amministrativa che si prefigura di abolire gli enti provinciali rimanesse ancora ferma ai box. Un poโ per lโopposizione dura del M5S, di Sel e di Forza Italia, con una spaccatura anche allโinterno dei Popolari, un poโ perchรฉ una parte dellโopinione pubblica รจ ancora scettica sui reali vantaggi di una riorganizzazione che non sembra portare una riduzione di costi pubblici. Semmai, il contrario. Eppure, per il governo Renzi incassare il risultato della cancellazione delle Province,che porta la firma di Delrio, ex ministro degli Affari Regionali nel governo Letta, era fondamentale per mettere unโaltra tacca nel libro delle promesse del rottamatore. Cosรฌ importante da decidere, allโultimo minuto, di porre la questione di fiducia per evitare incidenti di percorso. ร stata la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, a formalizzare la richiesta in Aula. Una decisione sufficiente a piegare tutte le resistenze presenti allโinterno della maggioranza, che poi ha votato compatta, ad eccezione del gruppo dei Popolari โPer lโItaliaโ(centristi ex montiani) che ha registrato un voto in dissenso, quello del senatore Maurizio Rossi, mentre il collega Tito Di Maggio non ha votato affatto. Ha dato il suo assenso, invece,il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che ha commentato: ยซDa anni riceviamo dei no alla richiesta di abolizione delle province sia a destra che a sinistra. Non sono il salvatore di questa maggioranza, sono il facilitatoreยป. Di tuttโaltro parere i grillini che non hanno lesinato critiche al provvedimento e allโazione del governo sia per bocca del capogruppo Maurizio Santangelo, sia on line con lโideologo Paolo Becchi (ยซIl Senato รจ riuscito a realizzare qualcosa che solo Crozza poteva immaginare: lโabolizione fittizia delle Province. Una presa per il c…ยป). Sarcastico anche lโazzurro Maurizio Gasparri che ha punzecchiato, a distanza, il ministro per le Riforme:ยซSpiace che non sia in Aula la Boschiยป, ha detto, ยซa quello che ho capito dovrebbe occuparsi anche di Riforme e che su questaย materia avrebbe bisogno di fare molta pratica. Non parlo poi del ministro degli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, la cui competenza nel ramo avremmo avuto il piacere di valutare oggiยป. E in Rete partono gli sfottรฒ contro la finta abolizione delle Province.