
ROMA – Un nuovo costoso aereo per Palazzo Chigi. Una versione italiane dell'”Air Force One” per Matteo Renzi che costerà fino a 50 milioni di euro l’anno in leasing e su cui dovrebbe partire per il Sudamerica il prossimo fine settimana. Una camera in cui lavorare col suo staff, molti posti a sedere e il wi-fi a bordo. Un prezzo da pagare per essere al pari degli altri capi di stato e premier, mentre in Italia il governo si prepara a tagliare le spese per la scuola, gli ospedali, i ministeri e i Comuni.
Marco Palombi del Fatto quotidiano scrive che il modello dell’aereo non è ancora noto, ma arriverà a breve e intanto ha intervistato Enrico Letta, ex premier che aveva deciso di ridurre la flotta di aerei e imposto regole rigide per ridurre l’uso dei voli di Stato:
“Noi decidemmo di ridurre la flotta di aerei e unimmo anche regole rigide per ridurre strutturalmente l’uso dei voli di Stato. Non vedo alcuna ragione per cui oggi il governo Renzi debba decidere un cambio di direzione e ricominciare a spendere soldi pubblici: gli aerei usati sono efficienti e più che sufficienti per le esigenze di servizio”. Come lo stesso Renzi ha peraltro dimostrato facendo avanti e indietro senza scali da New York in sole 24 ore per andarsi a vedere la finale degli Us Open tra Pennetta e Vinci (costo stimato della gita: 150-200 mila euro).
Accade poi che il governo Renzi ha “dimenticato”, scrive Palombi, di vendere parte della flotta di aerei di Stato come era stato disposto dai suoi predecessori:
“Letta aveva infatti dato ordine di vendere un Airbus A319 (su tre) e due Falcon (su 5) per investire il ricavato – circa 50 milioni secondo le stime –nella flotta anti-incendio della Protezione civile. Pure sulle ore complessive dei voli di Stato non siamo proprio in clima di tagli: dopo il dimezzamento degli anni di Monti e Letta, ora stiamo tornando ai fasti di Berlusconi e della sua corte volante”.
Intanto però il premier non ha dimenticato di tagliare le spese. Dalla sanità alla scuola, i fondi sono sempre meno:
“taglia prestazioni e diritti sociali e promette che continuerà a farlo in futuro (4 miliardi in due anni alla Sanità, per dire). Il budget di Palazzo Chigi lo dimostra meglio di ogni altra cifra. Nel primo anno di Renzi alla Presidenza del Consiglio, i costi della struttura sono stati superiori rispetto all’anno precedente (governi Monti-Letta) per 139,5 milioni di euro. Un aumento delle spese non si vedeva dal 2009, ma c’è di peggio: il bilancio preventivo 2014 fissava la spesa massima a 3,1 miliardi, cioè 570 milioni in meno di quanto hanno speso Renzi e i suoi.
Nel 2015, invece, se tutto va bene, si va in pareggio: detratti costi e mutui della Protezione civile (passata nella contabilità del Tesoro), la previsione è che Palazzo Chigi quest’anno costi 1,33 miliardi (oltre un miliardo è spesa corrente e sempre che non si ripeta lo sforamento clamoroso del 2014). Il Segretariato generale poi – cioè la struttura alle dirette dipendenze del premier – spen – derà solo per il suo funzionamento 42,7 milioni in più del 2014. Evidentemente, a casa Renzi l’austerità è finita prima che altrove: #Italiariparte”.
