ROMA – “Ora basta, sul banco degli imputati non possiamo finire noi. Su questo processo abbiamo lavorato giorno e notte, anche di domenica. Abbiamo la coscienza a posto, non potevamo fare di piรน”. Bersagliati da giorni dalle accuse di Ilaria Cucchi – scrive Maria Elena Vincenzi di Repubblica – Presi di mira dallโopinione pubblica. Inchiodati dallโinsufficienza di prove. Alla fine sotto accusa ci si sono sentiti loro, i due pm che hanno fatto le indagini sul caso Cucchi.
L’articolo completo:
Che, per giunta, ieri mattina sulla prima pagina di tutti i giornali hanno trovato lโapertura del loro procuratore capo Giuseppe Pignatone alla possibilitร di riaprire le indagini. Parole che suonavano come un atto di sfiducia nei loro confronti. Cosรฌ ieri pomeriggio, subito dopo lโincontro con Ilaria Cucchi, i due pm sono andati a parlare col capo. Vincenzo Barba e Francesca Loy si sono lamentati dei titoloni sui quotidiani e hanno difeso il loro lavoro dalle accuse della famiglia Cucchi e da quelle, piรน velate, di alcuni giudici. Non da ultimo il presidente della Corte dโAppello, Luciano Panzani, che, sabato, aveva parlato di ยซassoluzione per insufficienza di proveยป. E anche in quel caso, la lettura era stata solo una: bocciatura dellโinchiesta che non รจ riuscita a scoprire chi ha ammazzato il geometra romano.
Il solo pensiero di riprendere in mano quel fascicolo pesa come un macigno sui due magistrati: รจ stato un processo difficile per tutti. Loy e Barba non ci stanno a essere sconfessati. Ed รจ proprio per questo che, dopo il confronto, hanno chiesto al loro capo di guardare le carte. ยซSarai tu a dirci se abbiamo sbagliato qualcosa, trascurato qualche elemento ยป.
Loro pensano di avere fatto tutto il possibile ed escludono che possano emergere elementi nuovi. Hanno schivato per giorni i cronisti. Lo hanno fatto anche ieri. Ma si sono sfogati con gli amici che li hanno cercati per esprimere solidarietร . Hanno passato la giornata a riguardare gli atti del processo, a snocciolare i dettagli di unโindagine che conoscono a memoria. ยซCi accusano di essere stati sciatti โ spiegano ai colleghi โ Abbiamo sentito oltre cento persone, disposto due consulenze in contraddittorio, una il 22 ottobre con lโautopsia, lโaltra il 16 novembre, durante la riesumazione. Basti pensare che il gip ha rigettato la richiesta di perizia perchรฉ ha ritenuto che la nostra fosse sufficiente. Poi cโรจ stata quella della Corte dโAssise: sei medici che hanno sostanzialmente confermato la tesi dei nostri esperti ยป. Cucchi era morto per malnutrizione.
Le loro stanze sono un via vai continuo. E loro, provati, ripetono ai colleghi che in questo processo sono state fatte 40 udienze in Corte dโAssise e che certo non si puรฒ dire che non ci hanno creduto. ยซSiamo stati noi a fare appello contro la sentenza di primo grado che aveva condannato solo i mediciยป.
La premessa รจ sempre la stessa. Stefano non doveva morire, ma gli attriti con la parte civile di sicuro non hanno aiutato. Anzi. ยซLa famiglia avrebbe voluto che noi contestassimo lโomicidio preterintenzionale, ma non cโerano elementi per farloยป.
Unโinchiesta che รจ stata sempre complicata. Che ha sfruttato, ma anche pagato, lโinteresse mediatico. E in cui gli interessi in gioco erano molti. Rivendicano di avere fatto personalmente tutti gli accertamenti, non delegando alcuna indagine per non perdere nemmeno un dettaglio. ยซAnche la famiglia Cucchi sa che il 23 dicembre alle 10 di sera eravamo ancoro qui a interrogare personeยป.
Sanno, i due pm, che la ricostruzione vacillava in alcuni punti. Sono consapevoli di non aver saputo dare un nome a chi ha picchiato Stefano. Ma precisano che ยซgli agenti della polizia penitenziaria hanno parlato solo la prima volta che sono stati sentiti come testimoni, negando di avere visto alcunchรฉ. E poi, dopo lโiscrizione nel registro degli indagati, si sono sempre avvalsi della facoltร di non rispondere. Anche a processoยป. Eppure erano gli unici tre in servizio quella mattina.
Poi cโรจ il processo. Che non sempre va come ci si augura. Vale ad esempio per il testimone di punta della Procura, Samura Yaya, detenuto quella mattina del 19 ottobre insieme a Stefano Cucchi: secondo i pm ยซaffidabilissimo ยป. Ma della sua testimonianza, resa in incidente probatorio, la Corte dโAssise non ha tenuto conto. E probabilmente nemmeno quella dโappello. ยซErrori? No. Solo la dialettica, fisiologica, del processoยป. E una sentenza dโassoluzione che, certo, non fa piacere nemmeno a loro.