
ROMA – “Arriva a 10 miliardi di euro il conto del Fisco retroattivo – scrivono Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente del Sole 2 Ore – ย contando le imposte con effetto per il passato e i maxi-acconti dal 2011 a oggi. Complessivamente, le violazioni del principio di non retroattivitร dello Statuto del contribuente sono 86 dal 2000, limitando il conteggio a quelle espresse”.
Il record in termini di maggiori imposte retroattive spetta alla manovra salva-Italia del 2011, mentre negli ultimi due anni si รจ affermata la tendenza a chiedere ai contribuenti super-acconti o ad anticipare i versamenti previsti su piรน anni. Ma non mancano le norme retroattive pro contribuente, come la deducibilitร dell’Imu sui fabbricati strumentali.
Valgono piรน di 10 miliardi le imposte retroattive e i maxi-acconti chiesti agli italiani negli ultimi tre anni, dal decreto salva-Italia del 2011 al Ddl di stabilitร per l’anno prossimo. Tasse decise oggi, ma pagate โda ieriโ. E sรฌ che lo Statuto del contribuente vieta (o, meglio, vieterebbe) l’introduzione di imposte con effetto retroattivo. Ma lo Statuto รจ, per l’appunto, una legge ordinaria, e come tale puรฒ essere superato senza conseguenze da altre leggi o decreti legge: cosa che negli ultimi quattordici anni รจ successa 86 volte, solo contando le deroghe esplicite, cioรจ quelle che mettono nero su bianco l’eccezione.
Ad esempio, nel Ddl di stabilitร che il Parlamento dovrร approvare entro fine anno c’รจ l’aumento dall’11,5% al 20% della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione, con effetti fiscali in parte giร dal 1ยฐ gennaio 2014, e un vantaggio per l’Erario di 450 milioni di euro annui. Nello stesso Ddl, perรฒ, ci sono anche l’incremento del prelievo sui dividendi incassati da fondazioni e trust, e – soprattutto – il ritocco dell’aliquota base Irap. Un intervento, quest’ultimo, che di fatto cancella lo sconto deciso con il decreto sugli 80 euro, ma che va letto insieme all’abolizione del prelievo sulla componente lavoro a partire dall’anno d’imposta 2015.Gli ยซanticipiยป
Se si allarga un po’ la prospettiva, si vede che nei primi anni dopo l’emanazione dello Statuto, erano piรน frequenti le deroghe โproceduraliโ o comunque legate ai termini di accertamento e riscossione, o ai criteri di calcolo dell’imponibile. Negli ultimi anni, invece, l’urgenza di far quadrare i conti pubblici ha aumentato le imposte retroattive vere e proprie. Non a caso, il record spetta al salva-Italia del premier Mario Monti, che prevedeva tra l’altro 2,2 miliardi in piรน di addizionale regionale Irpef per l’anno d’imposta 2011.
Ma c’รจ un altro trend recente: non solo nuove imposte decise per il passato, ma anche acconti maggiorati, per cosรฌ dire a titolo di โanticipoโ. Nel 2013, mettendo insieme i maxi-versamenti per le banche e le imprese, lo Stato ha incassato quasi 3,7 miliardi di competenza degli anni d’imposta successivi. Creando un flusso di minori introiti che รจ giร visibile dalle ultime statistiche sulle entrate tributarie e con cui bisognerร fare i conti. Ed รจ appena il caso di notare quanto i maggiori incassi del 2013 si avvicinino ai 4 miliardi mancanti per l’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale.
Quest’anno la tendenza si รจ attenuata, ma non รจ sparita, come dimostra la decisione di riscuotere nel 2014 tutti i 600 milioni di euro dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni d’impresa. Tributo che invece la legge di stabilitร votata un anno fa dal Parlamento spalmava su tre esercizi.I (pochi) sconti
Tra le norme retroattive non mancano quelle favorevoli ai contribuenti, anche se sono in minoranza: 16 su 86. Di queste, perรฒ, 13 sono state approvate o proposte quest’anno. Merito di alcune agevolazioni, come l’abbassamento al 10% dell’aliquota della cedolare secca sui contratti a canone concordato, la deducibilitร parziale dell’Imu sui fabbricati strumentali o il bonus per la ristrutturazione degli alberghi (peraltro ancora in attesa dei provvedimenti attuativi). Nella lista, invece, non รจ compreso il bonus Irpef da 80 euro, che รจ scattato sรฌ nel 2014, ma dopo il varo del decreto legge.
Altre norme pro-contribuente sono quelle taglia-adempimenti contenute nel decret0 semplificazioni: dall’innalzamento a 10mila euro della soglia per le comunicazioni black-list fino al prolungamento da tre a cinque anni del periodo da monitorare per stabilire se una societร in perdita รจ โdi comodoโ. Il decreto, perรฒ, non รจ ancora in vigore. E il rischio รจ che cancellare o modificare un adempimento a novembre, ma con efficacia dal 1ยฐ gennaio, possa creare piรน problemi di quanti ne risolva.
