Il Corriere della Sera: “E’ una catastrofe, 10mila morti”. Un’inattesa distanza. Editoriale di Angelo Panebianco:
“Il 25 novembre Vladimir Putin verrร a Roma, in Vaticano, per incontrare il Papa. Sarร un incontro diverso, presumibilmente, da quelli che il presidente russo ha avuto con i due Papi precedenti, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Al di lร degli altri significati che la visita potrร assumere, soprattutto per i futuri rapporti fra Cattolicesimo e Cristianesimo ortodosso, sarร anche lโincontro fra due uomini che, lโestate scorsa, si sono scoperti alleati contro gli Stati Uniti (e contro la Francia) nella vicenda siriana. Mentre lโondeggiante Obama sfogliava la margherita per decidere se intervenire militarmente o no al fine di punire il siriano Assad per lโuso delle armi chimiche, Putin e Francesco agivano in piena sintonia per bloccare lโintervento americano. Il Papa spinse la polemica fino al punto di ipotizzare che la guerra civile in Siria fosse alimentata ad arte da coloro che guadagnavano vendendo armi. E intendeva soprattutto lโOccidente, assetato di profitti.
Cโรจ urgenza in Europa di riflettere su cosa significhi, per lโEuropa stessa, oltre che per lโOccidente nel suo insieme, un Papa che viene da un mondo molto diverso dal nostro. Un Papa che unisce, rispetto allโEuropa, in modo paradossale, diversitร culturale e una grande capacitร di suscitare attenzione, attrazione e anche entusiasmi.
Il rapporto fra il Papa e il suo gregge, e il suo tentativo di riformare in profonditร la Chiesa di Roma, riguardano il mondo cattolico e, da parte di chi non appartiene a quel mondo, possono solo essere osservati con rispetto. Ma il rapporto del Pontefice con lโEuropa riguarda tutti gli europei. Cosรฌ come li riguardano i mutamenti geopolitici in atto, di cui un aspetto, e forse fra i piรน importanti, รจ proprio lโascesa di Bergoglio al soglio pontificio”.
Pensioni agganciate ai prezzi, sรฌ di Letta. Articolo di Lorenzo Salvia:
“Nonostante la platea popolare, le telecamere sono quelle di Domenica In , il messaggio รจ forse un poโ criptico. Ma quella che arriva dal presidente del consiglio Enrico Letta รจ di fatto la benedizione allโintesa fra Pd e Pdl sulle pensioni, e cioรจ al ritorno dellโindicizzazione al 100%, vale a dire lโadeguamento totale al costo della vita, per gli assegni fino a 3 mila euro lordi al mese. Lasciando il blocco degli aumenti automatici solo per le pensioni che superano quella soglia.
Il disegno di legge di Stabilitร , approvato dal consiglio dei ministri a metร ottobre ed ora allโesame del Senato, va giร in questa direzione. Ma per il momento รจ piรน timido. Reintroduce sรฌ lโindicizzazione, cancellata con il decreto salva Italia per tutte le pensioni al di sopra dei 1.500 euro lordi al mese. Ma solo per gradi: la rivalutazione sarebbe del 100% fino a 1.500 euro, del 90% fino a 2 mila, del 75% fino a 2.500 e del 50% fino a 3 mila. Per poi azzerarsi una volta superata la fatidica soglia. Lโintesa Pd Pdl, a questo punto con lโok di Letta, prevede la rivalutazione completa per tutti gli assegni al di sotto dei 3 mila euro. Il punto, come sempre, รจ dove trovare le risorse. Ed รจ qui che la questione si complica. Il Pd propone di togliere qualcosa ai pensionati piรน ricchi, abbassando lโasticella giร fissata per il nuovo contributo di solidarietร , la tassa aggiuntiva che torna con una nuova veste giuridica dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale. Scatterebbe non piรน sopra 150 mila euro, come nel testo uscito da Palazzo Chigi, ma sopra 90 mila”.
Con il delfino รจ rottura La tentazione del Cavaliere di andare allโopposizione. Scrive Lorenzo Fuccaro:
“Sulle prime non voleva affatto replicare alle affermazioni di Angelino Alfano. Ma alla fine ha ceduto alle insistenze di Denis Verdini e Raffaele Fitto, che gli hanno messo sotto gli occhi un passaggio dellโintervista fatta dal vicepremier a ยซSkyTg24ยป, nel quale sosteneva che Silvio Berlusconi ยซavrebbe potuto fare campagna elettorale ma non guidare il governoยป. Tuttโal piรน, faceva notare Alfano, ยซsperiamo possa essere al prossimo giro il nostro candidatoยป. Parole che hanno scosso il Cavaliere perchรฉ vi ha visto confermato il sospetto che da tempo lo assilla e cioรจ che, nonostante le professioni di lealtร nei suoi confronti, Angelino e gli altri ministri sono parte di un piano che vuole estrometterlo dalla vita politica. ยซCome si fa a dire che potrei candidarmi soltanto al prossimo giro?ยป, รจ la domanda che si รจ posto e ha girato agli interlocutori, i quali hanno cosรฌ avuto buon gioco a suggerirgli di non lasciare passare questa ยซprovocazioneยป, questa assoluta mancanza di rispetto verso una personalitร politica alla quale devono tutto”.
Lโaccusa di Prodi: fallito il mio progetto di Pd. Scrive Francesco Alberti:
”ย Non cโรจ nemmeno bisogno che lโultimo spenga la luce. Ora che la porta si รจ chiusa, anzi, che Romano Prodi lโha chiusa, si puรฒ discettare allโinfinito di quando, in quale esatto momento storico, ha cominciato a logorarsi e poi a sfilacciarsi per poi infine rompersi quel filo che dal 1995 a qualche mese fa โ attraverso due Ulivi, due governi, due tradimenti fratricidi, mille battaglie contro Berlusconi, unโimboscata quirinalizia e agguati di ogni tipo โ ha fatto del Professore il simbolo di un centrosinistra che aspirava (obiettivo fallito) ad avere il suo centro gravitazionale lontano dalle oligarchie romane. Considerato lo spessore e le mille peripezie che hanno segnato la convivenza tra il due volte ex premier e la galassia dei post dc e post pci, cโรจ solo lโimbarazzo della scelta.
Il punto, piuttosto, รจ un altro: รจ giusto, come in automatico molti tendono ora a fare, interpretare la decisione prodiana di prendere definitivamente le distanze dalla sua creatura, prima rifiutandosi di ritirare la tessera pd e poi annunciando di voler disertare i gazebo delle primarie, solo e unicamente come una vendetta? Qualcosa, cioรจ, di pianificato a tavolino, consumato a freddo e destinato a fare rumore (oltre che male alla gracile costituzione del Pd), ma pur sempre una vendetta: certo legittima da parte di chi ritiene di aver subito un torto, ma comunque nata e maturata in un ambito emozionale, istintivo, impolitico e quindi per certi versi di corto respiro? Chi lo conosce esclude una lettura del genere: ยซNo, รจ tutto molto piรน complesso, un lungo percorso segnato da una linea di coerenzaโฆยป. ย Tutto molto piรน prodiano”.
La prima pagina de La Repubblica: “Filippine: รจ una catastofre”.
La Stampa: “Devastate le Filippine”.ย Come zombie in cerca di cibo a Tacloban. Scrive Alessandro Ursic:
“Come uno tsunami non ci sono piรน solo i danni, ma anche il bilancio di morte. Le onde portate dal tifone Haiyan si sono portate via cittร e villaggi nel centro delle Filippine, causando una catastrofe che col passare delle ore assume le dimensioni di unโecatombe: migliaia di morti, anche diecimila stima il capo della polizia, nelle isole di Leyte, Samar e Ormoc. Una fascia di litorale profonda un chilometro รจ stata cancellata. Senza cibo, acqua ed elettricitร da tre giorni, per moltissimi senza una casa dove tornare, superstiti che hanno perso tutto vagano ora tra le macerie di cittร sempre piรน in preda allโanarchia.
Tacloban, la capitale di Leyte spazzata da venti fino a 313 km/h, รจ finora il ground zero del disastro. Ma anche perchรฉ, con le difficoltร enormi che incontrano i soccorritori nello spostarsi, molte zone sono ancora isolate. Difficile la conta dei danni e le vittime, tanto che lโUnitร di crisi della Farnesina sottolinea che ยซallo stato attualeยป non ci sono italiani coinvolti. Ieri pomeriggio le tv filippine hanno fatto vedere le prime immagini di Guiuan, 40mila abitanti a Samar di cui non si avevano notizie da venerdรฌ: un altro panorama da apocalisse, con chissร quanti morti sotto quelle case rase al suolo, diverse navi arenate sul fango che ricopre la terraferma, una marea di alberi e pali della luce divelti, automobili rovesciate, tetti di case ammucchiati.
A Tacloban, i sopravvissuti sembrano non capacitarsi della catastrofe. Al contrario di uno tsunami, tutti sapevano che ยซYolandaยป (come nelle Filippine hanno chiamato questo tifone) stava per arrivare. Ma intorno non ci sono colline dove rifugiarsi. Cโรจ chi ha cercato riparo nelle scuole o nelle chiese, ma sono state travolte pure quelle. Marvin e Loreta Isalan, quattro figli piccoli, hanno pensato di metterli al sicuro nellโaeroporto dove lavorava lui: ne hanno persi tre. Ora non smettono di piangere, come fanno altri sopravvissuti che raccontano la loro storia alle tv filippine, con gli occhi nel vuoto di quello che รจ rimasto”.
Berlusconi-Alfano, ormai รจ guerra. Scrive Ugo Magri:
Leggi anche:ย Berlusconi a ministri Pdl: โCollaborare col Pd รจ omicidio politico. Fate la fine di Finiโ
“La scissione Pdl รจ ormai conclamata. Il solco tra i due protagonisti, Berlusconi e Alfano, non appare colmabile. Il vice-premier sostiene in tivรน, ospite di Maria Latella, che รจ indispensabile per lโItalia mandare avanti Letta, e dentro le larghe intese la funzione del centrodestra risulta essenziale. Dunque, a provocare la crisi lui non ci pensa nemmeno. Il Cavaliere, dal canto suo, non rinuncia al proposito di lasciare la maggioranza. Si รจ convinto che lanciarsi allโattacco del governo gli conviene comunque, lo ยซstatusยป di leader dellโopposizione sarebbe in fondo piรน decoroso che sostenere Letta senza voce in capitolo. Tra lโaltro i suoi avvocati gli fanno credere che, nella veste di oppositore, i giudici ci andranno piรน cauti, altrimenti a suo sostegno interverrebbero le organizzazioni umanitarie mondiali…
Insomma, le strade si separano. LโยซHuffington Postยป ha pubblicato a sera unโintervista del Cavaliere che non cita Alfano con nome e cognome, perรฒ gli lancia uno sprezzante ultimatum: torna subito indietro o seguirai la sorte di Fini”.
Le pensioni dโoro costano 45 miliardi. Articolo di Antonio Pitoni:
“Come dice il premier Enrico Letta, sulle pensioni il tema resta quello dellโindicizzazione. ยซChe va portata avanti fino al suo completamentoยป, spiegava ieri il presidente del Consiglio, ospite di ยซDomenica Inยป su Raiuno. Proprio nel giorno in cui tornava a montare la polemica sulle pensioni dโoro con la pubblicazione degli ultimi dati dellโIstat. Nel 2011, il 5,2% dei pensionati (861mila persone in tutto), che percepisce un assegno mensile superiore ai tremila euro, ha assorbito in tutto 45 miliardi, vale a dire il 17% della spesa previdenziale. Poco meno di quanto sborsato per i 7,3 milioni di italiani, il 44% del totale, il cui reddito non supera i mille euro al mese. In cifre 51 miliardi in tutto, pari al 19,2% della spesa complessiva.
Questione, quella delle pensioni dโoro, tornata dโattualitร con le considerazioni, tuttโaltro che confortanti, contenute nella relazione illustrativa che ha accompagnato la Legge di stabilitร allโesame del Parlamento. Nella quale si sottolinea come la restituzione ai super pensionati di quanto avevano perso con lo stop alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il minimo per gli anni 2012-2013, pesi sulle casse dello Stato per 80 milioni di euro. Lo stop alle indicizzazioni era stato deciso nel luglio 2011 dal governo Berlusconi, ma era stato successivamente dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Decisione per effetto della quale, al fine di rimborsare le somme versate allโentrata del bilancio dello Stato, si legge nella relazione, รจ stato istituito ยซun apposito fondo nello stato di previsione del ministero dellโEconomia e delle finanze, con una dotazione di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015ยป.ย Cifre mica da ridere, se lette in parallelo con lโultima fotografia scattata dallโIstat”.
La prima pagina del Giornale: “Berlusconi venduto al Pd”.
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