PORDENONE – Trifone Ragone e Teresa Costanza sono stati uccisi nel parcheggio di Pordenone il 17 marzo del 2015 e ora una nuova prova sarebbe spuntata contro Giosuè Ruotolo, unico indagato per l’omicidio. La chiamata sarebbe stata fatta al cellulare di Teresa, come ha rivelato il padre di Trifone Ragone, e la donna era spaventata da qualcosa prima del delitto.
Ilaria Purassanta sul Messaggero Veneto fa il punto sul nuovo indizio. Una misteriosa chiamata arrivò sul telefono di Teresa, che ormai da mesi non era più perseguitata dal profilo anonimo di Facebook che la tormentava. Trifone Ragone aveva scoperto chi era lo stalker della fidanzata, come racconta il padre Francesco:
“Dai faldoni dell’inchiesta sul duplice omicidio di via Interna affiorano, però, anche altri spunti. Tanti cittadini hanno risposto, nel corso degli ultimi dieci mesi, animati da buone intenzioni: quella di poter dare il proprio contributo alle indagini. Fra le segnalazioni sottoposte al vaglio degli inquirenti, ne affiora una.
Teresa Costanza, poco prima di ritornare al palasport a prendere il suo fidanzato, si sarebbe fermata in un locale e avrebbe chiesto in prestito il cellulare all’esercente per fare una telefonata. La giovane sembrava agitata e si è allontanata dal locale, camminando e conversando. Tanto che l’esercente l’ha sorvegliata da lontano, temendo che potesse andarsene via con il suo telefono. Ma la brillante assicuratrice è ritornata, ha cancellato dalla cronologia la chiamata e quindi se ne è andata via.
Chi aveva chiamato quella sera Teresa e perché non aveva utilizzato il suo cellulare? E perché proprio nel giorno fatale anche Trifone era apparso a suo padre preoccupato e in ansia? Semplici coincidenze, forse, ma sta proprio nella concomitanza delle due telefonate e nelle sensazioni ingenerate nei testimoni e nei familiari dei fidanzati uccisi un’altra delle possibili chiavi sulla strada della verità.
Di certo c’è un testimone che ha riferito alle forze dell’ordine qualcosa che riteneva importante, pochi giorni dopo il duplice omicidio. Linee telefoniche roventi, quel 17 marzo. Da un lato, Teresa e Trifone, le due vittime, dall’altro, Giosuè Ruotolo e Rosaria Patrone, indagati l’uno per il duplice omicidio, l’altra per false informazioni ai pm, favoreggiamento (o in alternativa istigazione).
Forse un altro possibile tassello nel complesso mosaico che stanno costruendo gli inquirenti. Dove ogni elemento, preso singolarment e, non sembra tracciare una via, mentre acquista, in una compiuta visione d’insieme, la potenza di una logica organica e stringente. Quella che potrebbe portare gli inquirenti a chiudere la partita, calando tutte le carte, ma solamente al momento opportuno”.