ROMA – Agopuntura per le donne incinte e i pazienti oncologici o con dolori cronici, o ancora usata per anestesia e rianimazione. Omeopatia e fitoterapia per curare le patologie acute e per migliorare la qualità della vita. E ancora massaggi Shiatsu contro il dolore. Queste le terapie che entrano nella lista dei trattamenti riconosciuti dalla Sanità pubblica e a cui i pazienti possono accedere pagando il ticket.
Il numero delle strutture pubbliche che offrono ai pazienti queste pratiche mediche alternative aumentano. Al Sant’Anna di Torino ad esempio l’agopuntura viene usata nella clinica ginecologica e al centro di cefalee.
A Milano invece l’ospedale Sacco offre ambulatori di omeopatia, fitoterapia e shiatsu, mentre all’ospedale di Pitigliano, in provincia di Grosseto, le medicine non convenzionali sono integrate con quelle ufficiali.
La Regione Emilia Romagna invece ha inserito l’agopuntura tra le linee guida regionali per la cura del dolore, spiega l’assessore Carlo Lusenti a Michele Bocci su Repubblica:
“«La nostra linea non è quella di ammettere negli ospedali tutte le discipline non convenzionali per tutti i problemi. Secondo noi non ha senso. Visto che usiamo soldi dei cittadini, abbiamo deciso di puntare solo su ciò che è sostenuto da evidenze scientifiche. Abbiamo previsto l’agopuntura ma esclusivamente per problemi come il dolore lombare o certi tipi di cefalea. Tutte le Asl dovranno assicurare gratuitamente ai pazienti le prestazioni da noi elencate, non altre»”.