ROMA – Il 2015 passerà alla storia della statistica come l’anno della “epidemia di morte”. Più 11,3% di decessi rispetto al 2014, più cinquemilacinquecentottanta morti al mese. Sono numeri che non si registravano dal 1943, anno dello scoppio della guerra civile e militare nell’Italia contesa e bombardata da nazisti e Alleati.
Il dato su cui dovranno riflettere esperti, in primo luogo quelli di Sanità, è stato elaborato dall’Istat e riguarda i primi otto mesi del 2015: 445 mila decessi, contro i 399 mila di gennaio-agosto 2014. Significa una media di 55.625 morti al mese, contro i 49.875 dell’anno scorso. Di questo passo a fine 2015 saranno morte in Italia 667 mila persone, contro i 597 mila dell’anno precedente.
Che cos’è, un’epidemia di morte? Qual è la causa di questa impennata di decessi che non si vedeva dai tempi della Seconda e ancora prima della Prima guerra mondiale? Scrive Michele Bocci su Repubblica:
«Il numero è impressionante. Ma ciò che lo rende del tutto anomalo è il fatto che per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918», scrive sul sito di demografia Neodemos il professor Gian Carlo Blangiardo. «Certo, si tratta di dati provvisori, ma negli anni scorsi l’Istat ha sempre confermato alla fine dell’anno i numeri pubblicati mensilmente. Magari ci saranno correzioni, ma nell’ordine di alcune centinaia di casi. L’unità di grandezza che ci aspetta è quella», chiarisce il docente. Nel 2013 e nel 2014, tra l’altro, il numero dei morti era calato, ma sempre di poco: mai si erano raggiunte percentuali in doppia cifra..
Per ora si può lavorare solo sui numeri mensili, ma anche quelli possono essere comunque utili. Intanto, gli incrementi maggiori si sono avuti a gennaio, febbraio e marzo (+6, +10 e +7mila morti rispetto all’anno precedente). Si tratta dei mesi più freddi, quelli in cui colpisce l’influenza. Come noto, l’anno scorso la vaccinazione è calata molto a causa di un allarme poi rivelatosi falso partito dall’Aifa riguardo ai vaccini. Difficile però che la malattia stagionale da sola abbia prodotto effetti di quelle dimensioni. La conta dell’Istituto superiore di sanità si è fermata a quota 8mila morti provocati dal problema con la vaccinazione.
E la crescita dei decessi non si giustifica neanche con l’invecchiamento della popolazione, che secondo Blangiardo può essere responsabile di un incremento di circa 15mila morti l’anno. Un altro mese che ha segnato una differenza importante, circa 10mila casi, è luglio. Ma il caldo quest’anno non è stato particolarmente pesante. Insomma, il giallo delle morti in Italia non è risolto. E sullo sfondo c’è un timore, sollevato sempre su Neodemos. Che la crisi economica e i tagli al Welfare c’entrino qualcosa. Ci vorranno mesi di studio per capire se davvero tra le cause della “nuova guerra” ci sono anche queste.