Il concetto, almeno sulla carta, è di quelli semplici: se si parte in aereo solo per pochi giorni meglio evitare le stive ed affidarsi solo al bagaglio a mano. Tutto diventa più semplice: si evitano le attese e le resse davanti ai tapis roulant delle valigie, si sbarca immediatamente e si dribbla a priori il rischio smarrimento.
In teoria è la soluzione ottimale ma l’inghippo c’è e sta nella giungla normativa che regola le disposizioni sul bagaglio a mano. Non bastava l’undici settembre e tutte le restrizioni sui liquidi prodotti dall’antiterrorismo. C’è anche il problema che, ogni compagnia aerea regola la questione bagaglio a mano in assoluta autonomia e impone, agli ignari viaggiatori nel migliore dei casi un sovrapprezzo e, nel peggiore, l’imbarco obbligatorio in stiva del bagaglio troppo pesante e/o voluminoso.
Qualche anno fa la soluzione sembrava a portata di mano, merito di un passeggero viennese con la passione del tennis imbufalito perchè uno steward non gli aveva fatto portare a bordo la racchetta. Il caso finì davanti alla Corte di Giustizia Europea e per un periodo si parlò di una normativa comune. Come spesso succede per le regole che aiuterebbero la gente, non se ne fece nulla. E il risultato è che oggi rimane la giungla.
Per Ryanair, per esempio, vale la regola dei 10 chili: chi li supera paga un supplemento e ha l’obbligo di imbarco. Dieci chili sono tanti? No, se uno deve infilarci tutte le bottiglie che compra al Duty Free visto che da fuori non si possono portare liquidi. Per altre compagnie, come la EasyJet contano le dimensioni e… i muscoli. Il peso non è un problema ma nn si possono sforare i 56 per 45 per 25 centimetri. Soprattutto, per collocare il bagaglio a bordo non si può chiedere aiuto agli steward. E poco conta che voi siate un culturista ventenne o una vecchina novantenne: nessun aiuto. Regola egualmente darwiniana anche per la British Airways.
Alitalia, invece, da poco concede 8 kg. Prima erano cinque, una vera miseria soprattutto per chi porta a bordo un portatile che in media, compresi gli accessori si “mangia” un paio di chili di dote. Il pc, poi, è una discriminante per la tedesca Airberlin: sei chili di bagaglio a mano consentito che diventan0 8 se il passeggero ha un laptop.
Infine quello che uno può portare dipende da quanto è disposto a sborsare: molte compagnie, come la Iberia e la Air France, concedono chili in più a chi viaggia nelle classi più costose come la business.
Prima di partire, insomma, per evitare spiacevoli soprattasse, è opportuno chiedere informazioni precise alla compagnia con cui si vola. Aspettando una auspicabile regola unica.