ROMA – Paghi un affitto in nero? Oppure sul contratto risulta un canone molto inferiore di quanto in realtà dai al padrone di casa ogni mese? O ancora, hai un finto comodato d’uso (del genere: ti cedo un appartamento ma in realtà voglio un canone)? In questa situazione sono milioni di italiani: studenti fuori sede, immigrati, famiglie. A quanti di loro è mai successo di volersi togliere lo sfizio di denunciare questa situazione (magari senza pesanti ripercussioni da parte del padrone di casa)?
Bene, ora si può. Lo prevede una piccola norma inserita nel decreto legislativo sul federalismo municipale. La legge è entrata in vigore il 7 aprile scorso e prevede che ci sia tempo fino al 7 giugno prossimo per mettere in regola gli affitti in nero o le varie “sfumature” di affitto irregolare. Il padrone di casa, però, spesso non ha nessuna intenzione di mettere in regola alcunché, per l’ovvia ragione che magari non ha alcun interesse a denunciare al Fisco maggiori entrate. Ed ecco che qui entrano in scena gli inquilini: a partire dal 7 giugno, se i padroni di casa non hanno regolarizzato la loro posizione, gli inquilini possono (entro 60 giorni) andare all’Agenzia delle Entrate e denunciare la situazione, godendo anche di forti benefici, come un nuovo contratto regolare della durata di quattro anni più quattro e di un canone che, si legge nel decreto, sarà “pari al triplo della rendita catastale”.
La cosa potrebbe portare, dicono le associazioni degli inquilini, a un drastico abbassamento degli affitti: a Roma o Milano si potrebbe arrivare a pagare fino al 70-90% in meno rispetto agli attuali prezzi del mercato. Secondo un calcolo del Sole 24 Ore a Milano e Roma, dove i contratti non registrati sono tra il 33% e il 46%, si potrebbero recuperare diverse centinaia di milioni di euro. Tassi di evasione totale ancora maggiori si riscontrerebbero in alcune città del Sud come Potenza (67% dei contratti non registrati), Catanzaro (60%) e Campobasso (49%), mentre a Napoli il nero sarebbe pari al 45%. Decisamente più bassa, invece, l’evasione stimata al Nord (5-20%).
