MILANO – Il Pio Albergo Trivulzio, la casa di riposo di Milano finita al centro dello scandalo sugli affitti a prezzi stracciati, per sistemare i propri infermieri si è rivolta anche all’Aler, l’azienda lombarda delle case popolari.
E’ questo l’ultimo aspetto dell’Affittopoli milanese, emerso durante l’audizione alla commissione Casa del Comune di Loris Zaffra, numero uno di Aler Milano.
Nonostante un patrimonio di oltre 1.000 appartamenti, in molti casi assegnati a persone tutt’altro che bisognose e a prezzi irrisori, la Baggina ha stipulato nel 2006 una convenzione con l’azienda dell’edilizia residenziale pubblica per destinare 13 appartamenti popolari al proprio personale sanitario.
Si tratta di alloggi di piccole dimensioni, tutti vicini alla casa di cura, ma la notizia è stata accolta in commissione da una risata amara di molti consiglieri comunali. Questi alloggi – come spiegato da Zaffra – rientrano nel patrimonio abitativo che l’Aler mette a disposizione fuori dalle graduatorie delle case popolari per le finalità sociali più disparate: residenze temporanee per studenti o lavoratori o ancora sedi per le associazioni.
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