In Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore, mentre il numero delle persone con l’Aids conclamato si è ridotto al punto che ogni anno si ammalano 4.000 persone in meno. E dei nuovi infettati, 2 su 3 sono stranieri.
I dati sono quelli forniti dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids.
In Italia le nuove infezioni sono circa 4milaogni anno e le persone sieropositive sono circa 150mila: di queste, 22mila hanno l’Aids. Nonostante questo, la consapevolezza generale del problema è scarsa in Italia. Sei persone su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. E’ aumentata l’età media nella quale si contrae l’infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus Hiv si trasmette per via sessuale.
Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio. Tuttavia ”rispetto a 15 anni fa nel nostro Paese si ammalano 4mila persone in meno”, un dato che secondo il presidente dell’Iss, Enrico Garaci, ”non è un risultato da poco perché è frutto della ricerca, ma anche dell’accesso ai farmaci garantito dal nostro Servizio sanitario nazionale”.
Secondo i dati dell’Iss, nel 2009 sono stati diagnosticati 4,5 nuove infezioni da Hiv ogni 100mila residenti italiani e 22,2 ogni 100mila stranieri residenti. La maggior parte dei casi avviene nel Centro-Nord e le segnalazioni sono rimaste sostanzialmente stabili negli ultimi 10 anni. Dal 1982, quando sono stati registrati i primi casi, in Italia sono state colpite dall’Aids 63mila persone: di queste, 40mila sono decedute.
Il quadro europeo. A livello europeo il numero di contagi da Hiv nel 2009 è aumentato: sono stati identificati ancora 30mila nuovi casi. Le stime mostrano che ”nell’Ue circa un terzo delle persone sieropositive ignorano di essere state infettate”.
Nell’Ue il numero di contagi da Hiv è aumentato in 16 Stati membri, mentre è diminuito negli altri dodici. In particolare, i contagi sono più che triplicati in Bulgaria, Islanda e Slovacchia, mentre sono aumentati più del 50% in Ungheria e in Slovenia. Il contagio è invece diminuito di oltre il 20% in Italia, Danimarca, Estonia, Lussemburgo e Romania.
L’Europa non intende però stare a guardare. Con la recente decisione di aumentare del 10% il contributo europeo al Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e il paludismo, l’Ue ne assicura il 52% delle risorse, diventando il principale donatore del Fondo.
Per il periodo 2002-2013, il solo contributo delle Commissione europea sfiora l’1,3 miliardi di euro mentre, mentre se si considera anche il contributo dei singoli Stati membri dell’Ue l’ammontare versato al Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids supera i 10 miliardi di dollari.
