ROMA – Toutatis, 2012 DA14 e Apophis sono solo alcuni dei migliaia di asteroidi che passano vicino al nostro pianeta e che vengono definiti a rischio impatto. Monitorati dai programmi “Near Earth asteroid“, tra cui il Near Earth Object Program della Nasa, gli asteroidi che sfiorano la Terra sono molti, ma dobbiamo “abituarci”. Mario Di Martino, astronomo e ricercatore dell‘Inaf, lo spiega a La Stampa. Perché se il rischio impatto, spiega la probabilità, è basso, alcune volte gli asteroidi raggiungono la Terra, come l’asteroide caduto in Texas, anche se senza provocare danni.
Nonostante alcuni di questi asteroidi abbiano un elevata probabilità di raggiungere la superficie, secondo Di Martino non c’è motivo di preoccuparsi, per ora. Il rischio di impatto per asteroidi come 2012 DA14, che passerà a soli 27.600 chilometri dalla Terra il 15 febbraio 2013, potrebbe concretizzarsi solo se passerà nei “buchi della serratura gravitazionali”, regioni del campo gravitazionale terrestre in grado di influenzarne l’orbita e portarlo, nel successivo incontro ravvicinato, ad aumentare la probabilità di impatto.
Ma la fine di 2012 DA14 potrebbe essere quella dei “sassolini” che giunti nella nostra atmosfera si disintegrano, tanto che ogni anno sulla Terra ne arrivano tra le 50mila e le 100mila tonnellate di oggetti dallo spazio senza che la popolazione mondiale se ne renda conto o quasi.
Per evitare inutili isterismi è bene quindi fare il punto sul «rischio asteroidi». Il nostro pianeta – si sa – è bombardato in continuazione da materiale proveniente dallo spazio (ne arriva una quantità tra 50 mila e 100 mila tonnellate l’anno). Per fortuna, in genere, si tratta di polveri e di corpuscoli che si frammentano e bruciano, attraversando l’atmosfera, a velocità di decine di migliaia di km l’ora. Solo ogni tanto, e per fortuna raramente, qualche roccia spaziale può raggiungerci.
Di Martino spiega dunque i “rischi asteroide”, sottolineando però la necessità di evitare gli “isterismi”. In primis c’è 2012 DA14:
“Proprio 2012 DA14, il prossimo febbraio, effettuerà un «fly-by» della Terra al di sotto dell’orbita dei satelliti. L’oggetto, in termini astronomici, è piccolo, ma fa effetto sottolineare che la massa stimata è di 130 mila tonnellate, più di una portaerei nucleare. Al momento, comunque, non c’è da preoccuparsi: ci sfiorerà, ma non ci colpirà (se ciò avvenisse, l’ipotetico impatto svilupperebbe un’energia di 2,4 megaton, 150 volte l’energia della bomba atomica su Hiroshima)”.
Altro temuto protagonista della “cronaca” da asteroide è Apophis:
“Più pericoloso, invece, è Apophis, scoperto nel 2004. È un macigno di 350 metri e con una massa di 30 milioni di tonnellate. Se ci colpisse, libererebbe un’energia pari a 40 mila volte la bomba di Hiroshima e, se l’impatto avvenisse sulle terre emerse, formerebbe un cratere tra i 4 e gli 8 km. Il prossimo passaggio ravvicinato (a 30 mila km) avverrà martedì 13 aprile 2029, ma più rischioso sarà quello del 13 aprile 2036: come nel caso di 2012 DA14 c’è da sperare che Apophis non passi attraverso un «buco della serratura».
Poi c’è Toutatis, passato alle 7,40 di mattina del 12 febbraio ad appena 6,9 milioni di chilometri dal pianeta, che ha tranquillamente proseguito il suo percorso lungo la sua orbita. Ma la popolazione di asteroidi potenzialmente pericolosi, Pha, è alta, spiega Di Martino:
“Al momento la popolazione degli asteroidi potenzialmente pericolosi, con un diametro superiore a 1 km, è stimata in un migliaio di oggetti. Del 90% conosciamo le orbite e quindi possiamo prevedere le loro traiettorie. Diverso è il discorso per gli asteroidi con dimensioni minori, tra 100 m e 1 km (quelli che potrebbero arrivare sulla Terra senza «vedere» l’atmosfera): si stima che siano 150 mila e a il 90% di questa popolazione è sconosciuta!
Ma cosa dicono le probabilità? L’impatto di un asteroide di 1 km può verificarsi una volta ogni milione di anni. Per eventi come quello di Tunguska (quando nel 1908 un «sasso spaziale» polverizzò 60 milioni di alberi) si stima una frequenza, in media, di una volta ogni qualche centinaio di anni”.
Insomma, il rischio di impatto è davvero molto ridotto e non resta che attendere il passaggio degli asteroidi consapevoli che le probabilità giocano a favore della Terra.