Si basa sui segnali radio emessi da stelle che ruotano molto velocemente su se stesse, chiamate pulsar, la nuova tecnica per pesare i pianeti del Sistema Solare.
L’ha messa a punto un gruppo di ricerca internazionale guidato da David Champion, dell’istituto tedesco Max Planck per la Radioastronomia.
”E’ la prima volta che è stato pesato un intero sistema planetario, completo di pianeti, lune e anelli”, osserva Champion. ”Abbiamo fornito un controllo indipendente su precedenti risultati, che è molto importante per i planetologi”. Finora gli astronomi hanno pesato i pianeti misurando le orbite delle loro lune o le orbite delle sonde che li hanno esplorati.
Questo perché la massa crea gravità e l’attrazione gravitazionale di un pianeta determina grandezza e durata dell’orbita degli oggetti che ruotano intorno a esso. Il nuovo metodo, invece, è basato sulle correzioni che gli astronomi hanno apportato ai segnali di pulsar, che sono delle piccole stelle che ruotano molto velocemente intorno al loro asse e che ‘lampeggiano’ con una frequenza molto precisa in onde radio.
Ruotando intorno al Sole, la Terra influenza la precisione con cui viene misurato l’arrivo del segnale della pulsar. Per rimuovere questo effetto gli astronomi hanno calcolato il momento in cui il segnale delle pulsar dovrebbe arrivare al centro del Sistema Solare, fulcro intorno al quale ruotano i pianeti.
Questo ”trucco” ha permesso loro di stabilire la posizione corretta dei pianeti intorno al Sole grazie a tabelle che ne descrivono la posizione esatta in un dato momento. A queste informazioni sono stati aggiunti anche i valori delle masse dei pianeti gia’ misurate. Se i dati sono leggermente sbagliati e la posizione del baricentro non è esatta, allora nei modelli dei segnali provenienti dalla pulsar si vedranno degli errori.
”Per esempio, se la massa di Giove e le sue lune, fosse falsa, allora dovremmo vedere degli errori nel tempo di arrivo dei segnali radio dalla pulsar, che si ripete ogni 12 anni, cioè il tempo dell’orbita di Giove intorno al Sole” osserva uno degli autori, l’australiano Dick Manchester, del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (Csiro). ”Ma se la massa di Giove e delle sue lune è giusta allora gli errori spariranno”.
