Aumento di tumori nei giovani, la possibile causa in uno studio
I tumori, una volta considerati principalmente malattie degli anziani, stanno diventando sempre più comuni anche tra i giovani adulti. Cosa sta causando questo aumento? Secondo uno studio della Washington University di St. Louis, potrebbe essere legato a un invecchiamento biologico accelerato, indipendentemente dalla data di nascita. Questa ricerca, presentata al congresso annuale dell’American Association of Cancer Research, ha gettato nuova luce su questa inquietante tendenza.
Invecchiamento biologico e aumento di cancro tra i giovani
L’invecchiamento non riguarda solo il numero di anni che una persona ha vissuto, ma anche il modo in cui il corpo invecchia internamente. Questo processo, influenzato da fattori come lo stile di vita, lo stress e la genetica, è noto come invecchiamento biologico. Gli esperti riconoscono sempre più che l’età anagrafica non è l’unica misura significativa quando si tratta di salute e malattia.
Lo studio e i risultati
La ricerca ha coinvolto quasi 150.000 persone di età compresa tra 37 e 54 anni, un’ampia campione preso dalla UK Biobank, un deposito di dati biologici e medici. Il focus dello studio è stato sull’analisi dell’età biologica di questi individui, piuttosto che sulla loro età anagrafica. L’età biologica, influenzata da fattori come lo stile di vita, lo stress e la genetica, può differire dall’età cronologica e offre un’indicazione più accurata dello stato di salute di una persona.
I risultati dello studio hanno rivelato che le persone nate dopo il 1965 sembrano essere biologicamente più vecchie della loro età cronologica, con un tasso di invecchiamento accelerato del 17% rispetto alle generazioni precedenti. Ancora più significativo è stato il collegamento tra l’invecchiamento accelerato e un aumento del rischio di cancro. In particolare, i soggetti con alti livelli di invecchiamento accelerato hanno mostrato un rischio significativamente più elevato di sviluppare tumori del polmone, dello stomaco, dell’intestino e dell’utero.
L’opinione degli esperti
Secondo Ennio Tasciotti, direttore del Human Longevity Program dell’Irccs San Raffaele di Roma, i risultati di questo studio aprono la strada a nuove frontiere nella ricerca sulla salute e sull’invecchiamento. L’identificazione di biomarcatori associati all’invecchiamento accelerato potrebbe consentire lo sviluppo di strategie preventive personalizzate, che tengono conto di fattori genetici, ambientali e dello stile di vita. Questo approccio, basato su una medicina personalizzata, potrebbe rivoluzionare la gestione del rischio di malattie legate all’invecchiamento e promuovere una migliore qualità della vita a lungo termine.