“Come stai oggi?”. Sempre la stessa domanda, ogni giorno, da undici mesi a questa parte. Undici mesi senza ricevere risposta, fino a oggi quando Baba, immigrato senegalese in coma vegetativo da quasi un anno, all’infermiera che l’accudiva ha risposto con un semplice “bene, grazie”.
L’uomo era in stato vegetativo da undici mesi, da quando, cioè, era rimasto intossicato dalle esalazioni di un braciere. Da allora Baba, immigrato senegalese con moglie e tre figli che da quattro anni lavorava in Sardegna, era accudito dai medici che avevano davanti un quadro clinico senza speranze: attività cerebrale e possibilità di recupero quasi zero, oltre a una tetraparesi.
La vicenda – riportata sul quotidiano L’Unione Sarda – è avvenuta nella casa di cura Tommasini di Jerzu, in Ogliastra, che cura anche questo tipo di pazienti. Baba, Mbaye Casse, in Sardegna aveva trovato lavoro in una falegnameria di Baunei. Tutto tranquillo sino al giorno dell’incidente, 11 mesi fa.
Alla clinica non si sono mai arresi e in Ogliastra vi è stata grande solidarietà. La stessa moglie del suo datore di lavoro, che spesso si recava nella casa di cura per aiutare Baba durante il pranzo, ha constatato sabato scorso, appena chiamata poco dopo le parole dette dall’uomo, che era uscito dal coma. Ora risponde alle domande, riconosce le persone e si emoziona. E’ accaduto quandoè andato a trovarlo, per conto dell’Ambasciata del Senegal, Abdou Ndjaie, mediatore culturale nella provincia di Cagliari. Appena lo ha visto si è messo a piangere. Ora il recupero sarà lungo, anche per la tetraparesi, ma con un centro di riabilitazione, Baba potrà avere un futuro.
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