Venerdì va, anzi ri-va. Per forse la decima volta, o sarà anche dozzina, il conto non è facile tenere, in Russia. In Russia, anzi da Putin che fa il compleanno. Tre giorni in dacia, fuori città, fuori da tutto. Fuori da Fini e dai magistrati, fuori dai sudori eventuali per la nuova fiamma di crisi finanziaria che si accende dall’Irlanda al Portogallo. Fuori dalla tv italiana che non sopporta più. Fuori dall’ipocrisia di chi in Italia prende a pretesto le sue barzellette. Fuori da Bossi che lo tampina per le elezioni anticipate. Fuori dal raggio d’azione dei giornali italiani che sono quasi tutti di sinistra. Se ne va in dacia Berlusconi e ci si ferma tutto il week-end.
Visita privata fanno ufficialmente sapere. Va da un amico, saranno tre giorni di relax. Visita privata in questo caso vuol dire senza impegni ufficiali, valenza di Stato e anche “privata” nel privatissimo senso con cui un comune mortale “stacca” e si ficca…Non in dacia, il comune mortale italiano si ficca nella seconda casa al mare o in montagna o nella casa di parenti o amici o in una pensione, agriturismo, albergo o beauty-farm con annessa Spa. Berlusconi invece “va in dacia”. Lì si sente, se non a casa, comunque davvero a suo agio. Infatti ci torna, ci ri-va ogni volta che può e pure di più.
Che faranno la sera in dacia Berlusconi e Putin? Che è “un uomo mandato dalla provvidenza alla Russia” a Putin Berlusconi lo ha già detto, è stato l’ultima volta appunto in Russia. Cosa fare dei suoi carri armati Berlusconi a Putin lo ha spiedato, quasi ordinato, al tempo della guerra in Georgia. Lo ha ricordato alle Camere italiane Berlusconi in persona. Di quella volta che andò negli Usa e convinse il paralizzato e pavido Bush a tirar fuori 700 miliardi di dollari per salvare la finanza mondiale Berlusconi a Putin deve averlo raccontato già un paio di volte almeno. Probabile dunque che discutano davanti a un camino di democrazia, un po’ di gasdotti e non certo di rom. Una sera passerà così, tra amici-statisti. E le altre due?