ROMA – L’ultimo scandalo che ha lambito anche i palazzi governativi, con al centro la figura di Luigi Bisignani, ruota tutta intorno alla capacità di raccogliere informazioni riservate e dati sensibili al fine di ricattare o favorire le persone e quindi, secondo il quadro tracciato dalla procura di Napoli, preparare il terreno per aggiudicarsi lucrosi appalti o nomine nei posti che contano.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera del 17 giugno, riferisce alcuni passaggi contenuti nelle carte in mano ai pm, nalle quali spicca l’ex magistrato napoletano Alfonso Papa, attualmente deputato Pdl. Interrogatori, tabulati di intercettazioni, analisi dettagliate delle frequentazioni, delineano il ritratto di un uomo, secondo il resoconto della Sarzanini, che prometteva, vantava amicizie importanti, offriva favori, dispensava regali per estendere la sua rete di influenza. Nella sua ordinanza il giudice chiarisce: “Sono informazioni che talvolta Papa adopera in prima persona, altre volte porta a Bisignani. Altre volte ancora Bisignani ha affermato di sapere che Papa ha informato direttamente altre persone”. Adesso l’indagine è indirizzata a capire chi all’interno degli apparati e degli Enti pubblici forniva le notizie sui “dati sensibili” cui il duo Bisignani – Papa dava la caccia.
I nomi che filtrano dalle indagini comprendono qualche vecchia conoscenza del mondo dei Servizi segreti, nel quale Alfonso Papa mostrava (o millantava, questo si vedrà alla fine dell’inchiesta) di essere ben introdotto. Lo stesso Bisignani ha dichiarato ai giudici, secondo il resoconto degli interrogatori, che Papa assicurava di poter contare su un gruppo di ufficiali di polizia giudiziaria, carabinieri ma soprattutto finanzieri. Papa disse a Bisignani di conoscere personalmente Nicolò Pollari (ex direttore del Sismi) e il suo collaboratore di allora Pio Pompa, già accusato di gestire un archivio segreto con dossier riservati a politici, giudici, giornalisti, imprenditori. Tuttavia, una parte molto interessante, ancorché non sempre di assoluta pertinenza processuale, è costituita da diversi racconti e testimonianze, specie femminili, sul modo di agire, di atteggiarsi del giovane (41 anni) ex magistrato nella fatica quotidiana di mostrarsi o far credere di essere potente.
Sono proprio alcune donne incrociate da Papa nella sua vita a fornire dettagli interessanti, quasi esilaranti, sul modus operandi e sulla personalità di Alfonso Papa. La Sarzanini riferisce quel che una di loro, Maria Roberta Darsena, ha detto ai pm che l’hanno interrogata il 12 aprile. La Darsena, secondo il suo stesso racconto, aveva stabilito “un rapporto personale” con Papa fin dal 1999. Nel 2005 si trasferì a Roma per preparare il concorso in magistratura. Papa, racconta lei, “mi disse di mandare il mio curriculum alle Poste perché lui avrebbe potuto farmi entrare essendo amico dell’ex presidente e cioè di Cardi”. A quanto pare non millantava Papa, tanto è vero che, sostiene la Darsena, venne assunta a tempo indeterminato”. Quel che la Sarzanini o il verbale non chiariscono è cosa sia accaduto successivamente, se la Darsena oggi sia in magistratura oppure sia ancora una dipendente delle Poste. In ogni caso, secondo il racconto, Papa “chiese ad Alfonso Gallo di stipulare con [la Darsena] un contratto di consulenza per una cifra pari a 5.000 euro”, non si capisce se mensili o annuali o una tantum. Gallo è l’imprenditore che sostiene di essere stato avvicinato da Papa con una richiesta di soldi in cambio di informazioni su indagini nei suoi confronti. Così la Darsena concludeva la sua testimonianza: “Ho anche firmato il contratto tuttavia non si è concluso più nulla dal momento che ho bruscamente interrotto ogni rapporto con Papa”.
Il capitolo regali è emblematico. La Darsena racconta di aver rifiutato un appartamento a Via Salvatore Quasimodo a Roma offertole dal Papa. Aggiunge che “mi ha regalato sicuramente un Rolex, lo ricordo bene perché non me lo diede in una confezione regalo nè aveva una garanzia nè un’etichetta di alcun negozio ma me lo diede così, nudo”. Il racconto si fa più preciso e apre squarci, tra il grottesco e l’inquietante, su natura e provenienza dei gioielli donati: “Ricordo che mi ha regalato anche un braccialetto tennis di oro bianco e diamanti a Natale di qualche anno fa. Anche il braccialetto non aveva la confezione di un negozio ma solo un astuccio. Poi un anello nella confezione di un negozio e un altro orologio di marca americana contenuto in una semplice scatola non confezionata e senza indicazione. Mi disse che aveva un amico che vendeva orologi. Mi ha regalato anche diverse borse ma nessuna in confezione regalo, semplicemente in confezione di stoffa”. Anche il gip, riferendosi alla “nudità” di braccialetti e orologi, non si sottrae al commento su questa circostanza giudicata grave, anche se quel “e capite che in una città come Napoli” suona vagamente ironico. D’altra parte regalare Rolex agli amici per Papa sembra un’abitudine, confermata da Bisignani stesso. “Papa mi ha regalato due orologi. Lo stesso Papa mi ha più volte detto che a Napoli c’è un buon mercato di orologi ed ottimi prezzi” .
Altra donna amica di Papa è Gianna Sperandio. E’ stata convocata dai magistrati perché ha una carta telefonica utilizzata da Papa, ma soprattutto perché spesso abita in un appartamento di via Capo le Case, al centro di Roma, che risulta a disposizione del parlamentare. Ai magistrati la ragazza racconta di aver vissuto a Milano e a Roma. Questo è il testo riportato dal Corriere: Sperandio era “ospite a casa di due transessuali, perché io preferisco le donne ma sono intrigata da quel mondo… Papa mi riconosce 700 euro al mese, indubbiamente mi aiuta… Effettivamente ho una Jaguar intestata acquistata nell’ottobre-novembre 2010. Questa macchina che mi è stata regalata da Papa la tengo custodita nel mio garage a Latina. Bollo e assicurazione sono molto cari perciò ugualmente se la vede Papa… Effettivamente anche se ho deciso io di buttare la scheda e quindi non sono stata forzata, Papa mi consigliò di buttarla nell’ottobre 2010. Si trattava di una scheda riservata… L’unica sostanza stupefacente che uso è la marijuana. Il mio consumo medio è di due canne al giorno. È vero che una volta sono andata a Conegliano con una Ferrari F430 di colore nero che mi ha prestato Papa e che a sua volta gli avevano prestato… La mia Jaguar ha i vetri oscurati, anzi mi hanno fatto una multa perché non si possono avere i vetri anteriori destro e sinistro oscurati… L’onorevole Papa mi ha fornito una tessera di riconoscimento emessa dalla Camera dei Deputati per poter accedere a Montecitorio. È stato Papa che mi ha portata a Montecitorio e me l’ha fatta fare. In effetti mi sono telefonicamente rallegrata che non l’avessi con me quando sono stata fermata dalla polizia, non facevo una bella figura che una persona che poteva accedere a Montecitorio si facesse le canne…”