Il Large Hadron Collider, la più grande macchina per la scienza mai costruita dall’uomo, ha prodotto un’energia mai raggiunta finora in modo artificiale, superando di 4 volte l’acceleratore di particelle statunitense Tevraton di Chicago. Due fasci di protoni sono entrati in collisione a una energia di 7 Tev, un’energia record di 7.000 miliardi di elettronvolt.
Con questo traguardo si dà “ufficialmente l’avvio al programma di ricerca di Lhc, stabilendo un nuovo record del mondo di energia” afferma l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), presente al Cern con oltre 600 ricercatori. Ed ora i fisici delle particelle si preparano a vedere i segnali della nuova fisica.
“Lhc comincia effettivamente il suo primo lungo periodo di funzionamento -spiega l’Infn- ad un’energia 3 volte e mezzo superiore a quella mai raggiunta in un acceleratore di particelle”. “Queste collisioni inaugurano una stagione di raccolta e analisi dei dati, che sarà determinante per le scelte future sulle infrastrutture e gli esperimenti di fisica delle particelle nel mondo” commenta il presidente dell’Infn, Roberto Petronzio.
In questa sfida la scienza italiana è in pole position. I fisici italiani, attraverso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, presente al Cern con oltre 600 ricercatori, hanno infatti grandi responsabilità in questa impresa. Dopo la nomina avvenuta mercoledì scorso di Paolo Giubellino, provengono infatti dalle fila dei fisici italiani i responsabili dei tre principali esperimenti di Lhc: Giubellino, appunto, per l’esperimento Alice, Guido Tonelli per l’esperimento Cms e Fabiola Gianotti per l’esperimento Atlas.