SAN PIERO IN BAGNO (CESENA) – Quando il terremoto si annuncia ogni giorno con piccole ma preoccupanti scosse, non resta che affidarsi al santo patrono. E così ha fatto San Piero in Bagno, minuscolo comune dell’Appennino cesenate in Romagna, che dopo ben 640 scosse in 20 giorni, ha deciso di riportare la statua di Sant’ Emidio nel posto dove era sempre stata, riconquistando la navata centrale della chiesa del paese dopo esser finita in un angolo dimenticato della canonica. I cittadini/fedeli si sono convinti che lo spostamento di 30 anni fa portasse male. In processione hanno rimesso cose e santi al posto loro.
Guidati dal parroco Rudy Tonelli, si sono uniti in processione per “implorare la liberazione dal terremoto”. Perché Sant’Emidio non è un santo come un altro, senza offendere nessuno si può dire che è del ramo, conosce la materia. Vissuto tra il 200 e 300 dopo Cristo fa parte della schiera dei primi martiri cristiani: la tradizione riferisce che gli bastava imporre il dito di una mano su un tempio o un edificio pagano perché questo venisse distrutto all’istante da una scossa di terremoto. Scossa circoscritta, beninteso, tutto il resto rimaneva miracolosamente intatto. Chi se non Sant’Emidio può interrompere questa scia inesauribile di scosse ravvicinate che gli scienziati si ostinano a chiamare “sciame sismico” e di fronte al quale ammutoliscono e non pongono rimedio?
Don Rudy scommette sul valore intrinsecamente positivo della preghiera per restituire un po’ di conforto alla popolazione angosciata. “Ho inoltrato a Nostro Signore una richiesta di aiuto perché protegga le nostre famiglie” è la speranza attiva del sacerdote. Quanto all’aspetto, diciamo così, più scientifico la questione è più complicata. L’Istituto nazionale di geofisica ha monitorato la zona. “Rientra nella fascia medio-alta di pericolosità. La scossa più forte, di magnitudo 3,7 è avvenuta il 25 maggio: le altre hanno oscillato tra i due e i tre gradi della scala Richter. E il tipico sciame.” Appunto, tipico: ma su previsioni e conseguenze l’Istituto non può dire di più, semplicemente non lo sa. E allora Sant’Emidio pensaci tu!
