Esattamente un anno fa, un giovanissimo esperto d’informatica svizzero entrava nelle sacre stanze del Sinodo vecchio in Vaticano per spiegare le potenzialità del web. A distanza di dodici mesi, a quanto pare, le alte sfere cattoliche si sono convinte delle meraviglie di internet, visto che hanno deciso di mettere online e rendere multimediali molte funzioni religiose.
Succede già a Milano, dove quasi il 30 per cento delle parrocchie ha un sito web e comunica con i fedeli in modo multimediale. Una media alta, considerando che a livello nazionale, solo il 16 per cento delle parrocchie è dotata di accesso alla rete e comunicazione attraverso i social network più utilizzati.
Seguire la messa in diretta comodamente da casa, assistere a un battesimo in streaming da centinaia di chilometri di distanza e diffondere gli appuntamenti parrocchiali su facebook. Queste alcune delle attività già disponibili nella provincia milanese. A Lecco i giovani del decanato comunicano sul più popolare dei social network per diffondere gli appuntamenti parrocchiali e per condividere i racconti sul cammino di Santiago.
Don Mario Longo della parrocchia Trinità, in zona Paolo Sarpi, si è adattato alla multiculturalità del suo quartiere e sul suo sito trasmette la messa anche in lingua cinese. E ancora, a Corsico, una zona a forte presenza di immigrati provenienti dal sud, si trasmettono i battesimi in streaming, permettendo anche ai parenti più lontani di assistere alla funzione.
E chissà se Steve Jobs avrà già fiutato le potenzialità della parrocchia live. In quel caso, anche gli smartphone della casa californiana avranno la loro applicazione su misura: “iMessa” e “iBattesimo” sono dietro l’angolo.
*Scuola di giornalismo Luiss