Sono due anni che parla ai magistrati della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Ora, Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito, si trova a sua volta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
La notizia, pubblicata da Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera, è stata comunicata a Ciancimino due giorni fa, al momento di una delle tante deposizioni. In sostanza, il figlio dell’ex sindaco è accusato di aver fatto da “postino” tra suo padre Vito e vari boss della mafia, Bernardo Provenzano su tutti.
Paradossalmente, scrive il giornalista, il fatto che Ciancimino sia indagato è una conferma indiretta alla credibilità, almeno parziale, delle sue dichiarazioni. “Con tutto quello che ha detto anche a suo carico – scrive Bianconi – se i magistrati non l’avessero creduto sarebbe dovuta scattare l’accusa di autocalunnia; contestandogli il concorso esterno con Cosa nostra, invece, i pm palermitani mostrano di ritenerlo credibile. Almeno nella parte sulla trattativa, e almeno per adesso, giacché gli interrogatori non sono conclusi e Ciancimino jr ha abituato gli inquirenti a versioni anche contrastanti, contraddittorie o inconcludenti”.
Da qui a dire che sia tutto chiaro, ce ne corre. Per esempio, c’è la faccenda del “signor Franco” a non convincere gli investigatori. Si tratta di un presunto agente dei servizi segreti su cui Ciancimino ha detto tutto e il contrario di tutto. “Franco”, secondo Ciancimino jr, era l’uomo che faceva la spola nella trattativa Stato – mafia. Su di lui il figlio dell’ex sindaco prima ha detto di conoscerlo, poi addirittura di avere una sua foto. Che, però, non è mai saltata fuori. Non solo: Ciancimino ha fatto un nome straniero dicendo che Franco era lui. Un vicolo cieco. Insomma, l’agente misterioso rimane un enigma. L’unica certezza che sembrano avere gli inquirenti è che su di lui Ciancimino non dica tutta la verità.
