
LONDRA – “I computer stermineranno la razza umana“. A lanciare l’allarme non รจ l’ennesimo amante dei complotti, ma Stephen Hawking, il celebre astrofisico che proprio grazie alle macchine riesce a parlare nonostante sia paralizzato a causaย sclerosi laterale amiotrofica, Sla.
Proprio l’uomo dal quoziente intellettivo pari a quello di Albertย Einstein e che all’universitร di Cambridge occupa la prestigiosa cattedra che fu di Isaac Newton, mette in guarda il genere umano dalle intelligenze artificiali sempre piรน sofisticate durante la presentazione al Savoy Hotel di Londra del nuovo software Intelย che gli permetterร di comunicare piรน velocemente.
Enrico Franceschini su Repubblica scrive:
“Il nuovo sistema ideato dalla Intel permette a Hawking di operare dieci volte piรน rapidamente sul computer (se finora impiegava 3 minuti per aprire un documento, adesso gli bastano 10 secondi) e di parlare due volte piรน in fretta. “Posso scrivere piรน rapidamente e parlare piรน facilmente, un miglioramento che mi cambia la vita”, ci dice con la sua caratteristica voce metallica.
Poi aggiunge con un mezzo sorriso: “Grazie”, rivolto alla donna che gli sta accanto, Lama Nachman, ingegnere, palestinese, curatrice del progetto. Da gennaio la Intel metterร il nuovo software gratuitamente a disposizione di ricercatori e accademici: potrร essere utilizzato dai 3 milioni di persone affette da malattie del motoneurone e tetraplegia nel mondo”.
Nonostante l’innegabile contributo della tecnologia alla sua sopravvivenza e capacitร di comunicare, Hawking lancia un messaggi preciso:
“L’intelligenza artificiale finirร per svilupparsi da sola e crescere a un ritmo sempre maggiore.ย Gli esseri umani, limitati dalla lentezza dell’evoluzione biologica, non potranno competere con le macchine e un giorno verranno soppiantati. I computer raddoppiano velocitร e memoria ogni 18 mesi. Il rischio รจ che prendano il potere”.
E anche l’uso di internet preoccupa il moderno Einstein:
“Bisognerebbe che le aziende informatiche facessero di piรน per evitare che il web diventi il centro di comando e controllo del terrorismo”, un pericolo recentemente citato dal capo dei servizi di spionaggio elettronici britannici. Ma osserva che “la difficoltร รจ farlo senza sacrificare la libertร e la privacy “, ovvero senza trasformare lo stato in un Grande Fratello che spia tutto ciรฒ che facciamo online”.
