Una disgrazia. Lei che gioca a nascondino nel bosco per attirare l’attenzione e farsi coccolare, l’erba scivolosa, il muretto scavalcato per perfezionare il gioco e il dirupo che diventa un toboga per la sventurata, volata in mare da trenta metri di altezza, dal bordo di quella Villa Altachiara, perseguitata da una maledizione permanente, che sembra continuare, tanto che nessuno se la compra anche dopo che è stata messa all’asta al modico prezzo di 30 milioni di euro, neppure il Cavaliere e suo figlio Piersilvio, pazzo per il borgo insieme alla sua postvelina Sivia Toffanin.
Soldi, soldi, soldi: il giallo della contessa Augusta e del suo volo in mare con il seguito da supergiallo, con tutti gli ingredienti a posto, tra eredità contese, amanti, cocaina, traffici internazionali di capitali e sfondo molto doc, si riapre di colpo perchè la moglie del protagonista numero uno Maurizio Raggio Rocho Zaldivar, messicana mollata dal furbo marito ha sparato la sua ultima verità in una clamorosa intervista raccolta in Messico dal Secolo XIX: “Ma quale caduta casuale in mare, Francesca è stata spinta da Tirzo, che poi l’ha detto a Maurizio, i due hanno fatto un piano per spartirsi l’immunità di lui e l’eredità per tutti e due e Maurizio l’ha raccontato a me….”
Vendetta di una moglie scaricata e di un figlio conteso, il piccolo Aronne nato dalla storia tra la ex bella Rocho e il portofinese che aveva stregato la contessa? Ripicca e invenzione pura, ora che l’unico a rettificare può essere il superinteressato Maurizio, perchè Tirzo Charazo, il caballero stanco che abbronzatissimo faceva da autista alla bella contessa del tempo che fu, è sparito con un bel pacco di milioni nel continente sudamericano e la leggenda dice che si è sposato e pure che è gravemente ammalato?
Portofino, riaccesa dalla primavera, alza lo sguardo verso villa Altachiara, quella splendida costruzione bianca, con il giardino, la piscina, la scogliera fatale a strapiombo sul mare, lato sud ovest verso il golfo aperto di Genova, grande spazio con le correnti che girano al largo e si chiede: ma quell’inchiesta che sigillò il giallo, facendo arricchire Raggio e un po’ anche Tirzo Charazo, era stata proprio approfondita e la sua chiusura, con timbro della Procura di Chiavari, è una archiviazione a prova di bomba?
Il procuratore capo di Chiavari, Franco Cozzi, un giudice molto abile, ha subito dichiarato: “ Se ci sono novità che vengano a raccontarle a noi e non ai giornali.”. Come dire che sono disposti a riaprire il caso, se esistono gli elementi necessari per revisionare il processo.
Siccome i gialli veri sono sempre perfetti nella loro trama, in quello di Portofino c’è anche la morte di un giudice, anzi di una bellissima giudice, la giovane Margherita Ravera, Pm del caso contessa 10 anni fa, stroncata un anno fa in pochi giorni da un malore fatale (anch’essa vittima della maledizione della villa?).
Era lei che era salita nei giorni della contessa scomparsa alla Villa ed aveva interrogato i protagonisti della vicenda, mentre il corpo di Francesca Agusta sembrava inghiottito per sempre dal mare Ligure. Ed aveva continuato anche quando il corpo era emerso sugli scogli della Costa Azzurra, oltre Nizza, distrutto dall’acqua, mangiato dai pesci, portato laggiù dalle correnti che tirano verso la Francia da Genova, le stesse che nel 1970 della tragica alluvione genovese avevano trasportato i corpi dei morti travolti dalla furia delle acque e portati in mare dai fiumi in piena. Stesso percorso.