Mentre quel corpo navigava – i gendarmi francesi lo avrebbero tirato su, esaminato e aperta una inchiesta penale di cui non si è mai saputo l’esito, altro buco clamoroso nelle indagini – a Portofino era successo di tutto.
Il prode Maurizio, ex amante che la contessa cercava ancora continuamente, era precipitosamente tornato, dopo una telefonata drammatica precedente la denuncia alla polizia della scomparsa, fatta da Tirzo stesso, lasciando la bella Rocho in Messico. Avevano poi trovato l’accappatoio in cui Francesca Agusta era avvolta al momento della caduta o della spinta, che galleggiava sotto gli scogli e Raggio aveva fatto una perfetta sceneggiata, correndo disperato davanti alle telecamere di mezza Italia fino al gommone dei sommozzatori per riconoscere l’indumento e piangere tutte le sue lacrime.
Era la prova che la contessa era morta in mare e non, come qualcuno aveva sostenuto nei primi giorni delle ricerche, che era scappata per fare uno sgarro.
Poi erano spuntati i testamenti, addirittura cinque, che Francesca continuava a scrivere distribuendo le sue cospicue eredità, dalla villa, ai suoi beni finanziari tra i quali la cospicua rendita annuale di 4 milioni di euro che suo cognato Rocky le lasciava dopo un patto di spartizione alla morte del marito, il conte Agusta, al resto di proprietà all’altezza della fama, ai gioielli.
Una volta l’erede era Raggio e la volta dopo diventava Tirzo e le donazioni trovavano diversi destinatari, come in un gioco che la contessa usava in un tira e molla, per tenere sotto scacco i “suoi” uomini. Poi c’erano le intercettazioni, che i carabinieri erano riusciti a fare piazzando microfoni ambientali nella villa e scoprendo i litigi e anche le trame amorose tra i personaggi di quella compagnia di giro che continuava a vivere in quella villa da favola, mentre le indagini scavavano inutilmente alla ricerca di una soluzione.
I carabinieri del Ris, allora comandati dal famoso colonnello Garofalo, salirono più volte sulla scogliera e tentarono l’esperimento della caduta, lanciando un fantoccio dal punto esatto, dietro quel fatale muretto, dove la contessa obnubilata era caduta. Rimbalzava esattamente dove era stato trovato l’accappatoio….. ma non diceva, quella prova, che oggi si chiama incidente probatorio, se c’era stata la spinta. Trovarono una persiana della villa aperta in corrispondenza della parte della casa dalla quale la sciagurata contessa era uscita.
“L’abbiamo aperta perchè siamo subito usciti a cercarla” aveva spiegato la bella Susanna in lacrime, prima di approfittare della notorietà del caso per conquistare una certa visibilità tv, fino alla inevitabile partecipazione a uno dei reality di moda, l’Isola dei famosi.
Alla fine, mentre Raggio e Tirzo litigavano furiosamente per il testamento, pur mantenendo la stessa residenza, ovviamente quella paradisiaca di villa Altachiara, come se fosse casa loro, la Pm Maddalena aveva chiuso il caso: disgrazia.
L’accordo ufficiale tra gli avvocati di Raggio e quelli di Tirzo Charazo era arrivato dopo e aveva seguito anche qualche altro colpo di scena come il fermo alla frontiera svizzera di Maurizio Raggio, che, poverino, a bordo, di una Ferrari, stava portando un una banca d’Oltralpe un bel po’ di capitali. E dopo che la Guardia di Finanza aveva notificato allo stesso una colossale multa fiscale, di diverse decine di milioni di euro, tutt’ora in discussione.
E così sul giallo, che per qualche mese aveva riempito le pagine dei giornali, era scesa una coltre di silenzio.
La ex bella Rocho aveva incominciato a rompere quel muro nel gennaio scorso, quando aveva raccontato ai giornali di avere nascosto i gioielli della contessa in un prato, vicino alla piscina, su istruzione di Maurizio, durante una perquisizione della Guardia di Finanza e il nuovo procuratore capo di Chiavari, Franco Cozzi, aveva aperto un’inchiesta. Poi ecco la botta finale contro Tirzo e Maurizio Raggio, complici nel trasformare un delitto in una disgrazia.
Ma è la ricostruzione di una donna disperata, che il marito ha abbandonato e che teme di perdere anche il figlio. Non è solo una questione di sentimenti e vendette, ma anche di soldi. La questione dell’eredità Agusta, la quota che sarebbe toccata a Francesca dopo la morte di Riccardo, il marito, e tenuto conto del fatto che la parte più cospicua era nelle mani di Rocky il figliastro residente in Sud Africa, è ancora aperta. Un accordo tra Rocky e Francesca prevedeva un vitalizio di 4 milioni all’anno, elargito alla sventurata contessa, ovviamente fino alla morte. Ma quel vitalizio Francesca non lo ha mai visto, perchè quando andò in banca a riscuotere la prima tranche scoprì che qualcuno era già passato. Maurizio Raggio, il giorno dopo girava su una Porche nuova fiammante e Francesca gliela sfregiò.
Ma se è vero che quel vitalizio esisteva, non conveniva a Raggio e Company che la vedova Agusta restasse in vita? Tanto poi i soldi chi li amministrava e chi ne beneficiava, se non quella compagnia di giro, ben rifugiata nella maledetta Villa Altachiara?
Insomma il giallo non è ancora al suo capitolo finale. Troppi misteri e anche troppi soldi in giro.