ROMA – Libero, Il Riformista, Roma e Umanità dovranno restituire i contributi statali già ricevuti e non ne potranno avere altri in futuro. Come racconta Marco Lillo sul Fatto Quotidiano, il Dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio ha infatti avviato (e in alcuni casi concluso) un’indagine per verificare quali giornali hanno avuto accesso ai finanziamenti pubblici in maniera ingiusta.
Dopo una lunga indagine, scrive Lillo, “la Guardia di Finanza e l’Autorità Garante delle Comunicazioni hanno scoperto l’inghippo: Umanità (Edizioni Riformiste Società Cooperativa in liquidazione) e Roma erano controllati entrambi dalla società Edizioni del Roma Spa partecipata dalla (ex) moglie di Bocchino. Allo stesso modo sia la Editoriale Libero Srl sia la Edizioni Riformiste società cooperativa (quasi omonima di quella dell’Umanità ma editrice del Riformista) facevano capo alla persona fisica di Antonio Angelucci”. Sottolinea Lillo che gli editori facevano finta che i giornali fossero realtà editoriali separate, mentre erano controllati dalla stessa casa.
Le indagini su altri giornali sono invece ancora in corso, racconta Lillo: “Anche Tempi di Luigi Amicone, venduto in abbinamento con Il Giornale dei Berlusconi, è finito nel mirino per una fattura che insospettisce gli occhiuti controllori del Dipartimento editoria. E anche l’amico di Berlusconi, Valter Lavitola, sarà presto sottoposto con il suo Avanti (insieme ad altri giornali) a un controllo per verificare se le copie dichiarate per ottenere i contributi sono reali”.
Ma a quanto ammontano i soldi che Libero e il Riformista hanno percepito senza averne diritto? “Sommando i contributi già percepiti per il 2006 e per il 2007 (da restituire) a quelli da incassare per il 2008 e il 2009, già iscritti a bilancio, l’ammanco supera i 28 milioni di euro. Non basta: gli Angelucci dovranno tirare fuori anche i 5,8 milioni che la Presidenza chiede indietro al Riformista”.
Invece la società Edizioni del Roma, (Lillo ricorda che una quota rilevante è nelle mani di Gabriella Buontempo, ex moglie di Italo Bocchino) dovrebbe restituire allo Stato 2 milioni e 530 mila euro.
Dopo tutta questa storia, conclude Lillo, “l’Agcom ha deliberato sia per la società Edizioni del Roma (vicina alla famiglia Bocchino-Buontempo) sia per Antonio Angelucci una multa da 103 mila euro”.