ROMA – I metalli presenti nei fossili possono svelare quale era la tavolozza dei colori della vita passata sulla Terra. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science secondo il quale i metalli presenti nei fossili funzionano come un 'registratore' di colori che permette di risalire alle tinte degli animali.
Lo studio, coordinato dall'inglese Roy Wogelius dell'universita' di Manchester, grazie a questa tecnica ha ricostruito i colori di due uccelli vissuti oltre 100 milioni di anni fa e ornati di piume nere e marroni: Confuciusornis sanctus il primo uccello munito di becco e Gansus yumenensis, considerato il piu' antico uccello simile ai moderni.
Svelare quali erano i colori della vita passata e' importantissimo per al storia del regno animale e dell'evoluzione, rilevano gli esperti, perche' i colori hanno ruoli fondamentali per esempio nel mimetismo, nella comunicazione e nell'accoppiamento.
Finora, spiegano gli esperti, era stato possibile ricostruire con successo i colori di alcuni animali fossili come alcuni uccelli e dinosauri basandosi sullo studio degli organelli responsabili del colore, i melanosomi. Ma, sottolineano gli esperti, il livello di conservazione di queste strutture puo' essere molto variabile.
Per cercare marcatori di colori piu' stabili, i ricercatori sono andati a caccia di quei metalli come il rame che si associano a molecole quali l'eumelanina che sono responsabili di alcuni colori come il marrone e il nero. Questi metalli, spiegano i ricercatori, restano a lungo in un luogo, anche quando queste molecole sono distrutte.
Per ricostruire i colori delle piume dei fossili di uccelli i ricercatori hanno illuminato i campioni con un intenso fascio di raggi X che ha permesso di ricostruire la sua composizione molecolare e mappare la distribuzione delle tracce metalli. Queste hanno segnalato i punti dove una volta era stata presente l'eumelanina e quindi hanno permesso di comprendere dove le piume esaminate erano state colorate di marrone e nero.
