Spunta una nuova pista nelle indagini sulla morte di Simonetta Cesaroni, la donna uccisa nell’ufficio romano di Via Poma nel 1990. La morte della ragazza, per cui in questo momento è sotto processo l’ex fidanzato Raniero Busco, potrebbe non essere dovuta ad un delitto passionale ma essere maturata nel suo ambiente lavorativo.
A raccontare la nuova teoria, dalle colonne del Corriere della Sera, è il giornalista e saggista Ferruccio Pinotti, autore di libri come “Poteri Forti” e “Opus dei”. Secondo Pinotti la morte di Simonetta potrebbe essere legata a un giro di tangenti e operazioni illecite relative alla cooperazione in Africa. Una vicenda che coinvolge anche i servizi segreti e in particolare il Colonnello del Sismi Marco Ferraro che di quei traffici si occupava e fu trovato misteriosamente impiccato nella sua abitazione nel 1995.
Tutto inizia con il suicidio di Pietrino Vanacore, il portiere a lungo sospettato di essere l’assassino di Simonetta, che si è tolto la vita lo scorso 9 marzo e i continui rinvii nelle deposizioni, giustificate da motivi di salute, dell’ex datore di lavoro della ragazza, Salvatore Volponi. Di loro parla Luciano Porcari,70 anni, originario di Orvieto, che Pinotti definisce “uomo di confine tra criminalità e Servizi”. Nel 1996, dal carcere, Porcari racconta una strana storia, risalente a quando lavorava in Africa, proprio nel campo della cooperazione. L’uomo spiega di aver conosciuto Ferraro e gli inquirenti gli credono visto che mostra di conoscere il nome di “copertura” del colonnello, Fabio Marcelli.
Porcari racconta che dopo un periodo di sospensione della sua attività decise per motivi economici di “tornare sul campo” ma non più per la Dolmen, società per cui lavorava in precedenza, ma per una sua “gemella” che aveva appunto, sede in via Poma. Quindi, il colpo di scena: “La povera Simonetta Cesaroni era la ragazza incaricata di stipulare i contratti per conto di queste società (legate ai contratti della cooperazione allo sviluppo, ndr) al di fuori del suo lavoro normale e quindi inevitabilmente era a conoscenza di queste operazioni illecite che, come io le ho detto, ho concluso per conto di queste società. Debbo precisarle che ho conosciuto gli uffici di via Poma nel 1991, al ritorno dalla Liberia. Come vede, tutte le persone che hanno avuto conoscenza delle attività di queste società sono state uccise”. Qualcosa da approfondire, insomma, sembra decisamente esserci.
