
TRIESTE – Oltre ai telescopi degli astronomi, ad osservare l’eclissi del 20 marzo ci sarĂ una flotta di minisatelliti: per i primi l’obiettivo è soprattutto svelare i segreti del ‘motore’ che fa brillare la nostra stella, mentre i secondi penseranno anche a immortalare l’ombra che la Luna proietterĂ sulla Terra.
L’eclissi di venerdi sarĂ una occasione importante per studiare la parte piĂ¹ esterna dell’atmosfera del Sole, ossia la corona: ”accadrĂ in un momento di massima attivitĂ del Sole, durante la quale la corona avrĂ delle strutture simmetriche su tutta la sua circonferenza, come i pennacchi, che sono getti di plasma che si estendono nello spazio fino a 30 volte il raggio del Sole”, osserva il fisico solare Mauro Messerotti, dell’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Studiare queste strutture, aggiunge, darĂ informazioni importanti sui campi magnetici solari e quindi sul motore della nostra stella.
Dallo spazio, poi, l’eclissi offrirĂ un doppio spettacolo: quando la Luna si ‘intrometterĂ ’ parzialmente nel disco solare contemporaneamente ‘allungherĂ ’ la sua ombra sul nostro pianeta. In prima fila ci sarĂ il mini-osservatorio solare dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), il satellite Proba 2 (piĂ¹ piccolo di un metro cubo), che dalla sua orbita a 820 chilometri dalla Terra vedrĂ un’eclissi quasi totale per qualche decina di secondi.
Nel frattempo, gli altri membri della famiglia dei minisatelliti Proba guarderanno verso la Terra per catturare l’ombra lunare. A portare in orbita l’intera famiglia di minisatelliti è stato il lanciatore europeo Vega, costruito in Italia dalla Avio.
