Si profila un “tira e molla” tra la giustizia italiana e quella inglese per la detenzione di Danilo Restivo. La Procura generale di Salerno chiederà ai colleghi britannici la consegna temporanea dell’uomo accusato di essere l’assassino di Elisa Claps. Restivo è già detenuto in Gran Bretagna per l’omicidio di Heather Barnett.
Dopo 17 anni da quando la piccola Elisa sparì di casa, a Potenza, è stato ufficializzato il mandato di arresto europeo nei confronti di Restivo. Il procuratore generale Lucio Di Pietro si è limita a “sottolineare” che la richiesta di arresto era stata fatta prima dai salernitani.
L’11 maggio la richiesta del pm, il 22 la firma del gip, il 28 la notifica a Restivo. Ma adesso Restivo sarà mai veramente processato in Italia? Gli inglesi sono tenuti a rispettare il cosiddetto Mae, risponde Di Pietro, insistendo sulla celerità delle mosse della sua squadra.
“Noi non rivendichiamo niente – ha replicato a margine il pg – siamo abituati alla collaborazione internazionale e collaboriamo con le autorità inglesi. Ho tenuto soltanto a precisare che la nostra richiesta di custodia cautelare era precedente all’arresto operato in Inghilterra, avendo letto sui giornali cose diverse in questi giorni”.
Rimane da capire se Restivo terminerà la propria detenzione in Italia. “Non lo so – è aggiunge procuratore – Non posso prevedere come si comporteranno le autorità inglesi. Ci siederemo a un tavolo per stabilire tempi e modi, prima del 24 settembre”.
In ogni caso, insiste il pg, la Gran Bretagna all’estradizione temporanea è tenuta: “La legge sul Mae è stata recepita sia dall’Inghilterra, sia dall’Italia. Sono leggi specchio della legge madre e ci sono obblighi e diritti per le parti che hanno sottoscritto il Mae, fra le quali l’Inghilterra e L’Italià ”.
La Procura di Salerno ha un anno di tempo per ottenere il trasferimento di Restivo: poi i termini per il provvedimento cautelare scadranno. Ed è stato questo uno dei motivi che avrebbero indotto una riflessione attenta in Procura negli ultimi giorni: i magistrati salernitani volevano essere certi della data di un possibile trasferimento di Restivo in Italia, coordinandosi appunto con gli inglesi, “per non bruciare neanche un giorno della misura cautelare”.
Poi però è prevalso il “timore” che in Gran Bretagna Restivo potesse esser scarcerato su cauzione. Di qui la decisione di arrestarlo. E’ stata Rosa Volpe, uno dei pm titolari della inchiesta, a chiarire la cornice tecnica di questo provvedimento: “Nel momento in cui Restivo viene raggiunto dal mandato di arresto europeo è in stato di arresto per l’Italia. Iniziano a decorrere i termini di custodia cautelare di fase. Noi siamo ancora alle indagini preliminari: per questa fase abbiamo un anno. Poi, dopo il decreto che dispone il giudizio, avremo un’altra fase e iniziano a decorrere i termini di custodia cautelare per quella successiva: avremo un anno e mezzo di tempo”.
“Ora – ha concluso – in questi due anni e mezzo andranno gestiti i tempi del nostro processo e quelli del processo che devono celebrare in Inghilterra, che può essere gestito mediante le consegne provvisorie previste dalla legge sul Mae del 2005”. Non resta che concordare i calendari con gli inglesi. Evitando di rimanerci troppo male.
Nel frattempo sono stati resi noti i verbali dell’interrogatorio a cui fu sottoposto Restivo lunedì 13 settembre 1993 dalla Squadra mobile della Questura di Potenza. Elisa Claps era scomparsa il giorno prima, Restivo all’epoca aveva 21 anni. Restivo proprio il giorno prima aveva incontrato Elisa ed era stato l’ultimo ad aver visto la ragazza.
Dopo 17 anni il cadavere di Elisa Claps sarà ritrovato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza e Restivo sarà accusato di averla uccisa con 13 coltellate al torace. Gli investigatori, nel ricostruire la vicenda, sono partiti proprio dalle prime dichiarazioni di Restivo.
“Ieri 12 corrente alle 11,30 circa, davanti l’ingresso laterale della locale chiesa della Trinità , mi sono incontrato con Claps Elisa, ragazza che conosco da un paio di anni circa e con la quale intrattengo saltuari rapporti di amicizia. Con il fratello di questa, a nome Luciano, invece, il rapporto di amicizia risale a data antecedente. Premetto che con Elisa avevo concordato l’appuntamento telefonicamente il pomeriggio di sabato 11 corrente verso le ore 18-19. Ieri, verso le ore 11,30-11,40, mi sono incontrato con Elisa nella chiesa della Trinità sita in questa via Pretoria. L’incontro è durato circa un quarto d’ora, in quanto Elisa doveva andare a pranzo in campagna con i genitori. Durante detto incontro, dopo esserci salutati, ho chiesto a lei come erano andati gli esami di riparazione, e questa mi ha riferito che era stata promossa con voti di sufficienza”.
“Dopo le ho riferito che avevo un problema sentimentale relativo ad un’amica che lei conosceva, a nome Paola, che io corteggiavo ma che mi aveva detto era interessata ad un altro ragazzo, di nome Michele. Elisa, a tale mio problema, mi ha risposto che era meglio lasciar perdere per non rovinare l’amicizia che si era creata con Paola”.
“Preciso che durante il dialogo Elisa mi sembrava preoccupata; successivamente la stessa mi ha accennato di un ragazzo che l’ha importunata quella mattina stessa (però non mi ha riferito nessun nome del ragazzo). Al termine, ci siamo salutati verso le ore 11,45 ed Elisa è andata via mentre io sono rimasto in chiesa a pregare per l’esame che dovevo sostenere stamani presso la facoltà di Odontoiatria del I Policlinico di Napoli”.
Restivo aggiunge di aver lasciato la chiesta “verso le ore 12” e di aver raggiunto e visitato un cantiere di scale mobili in costruzione. “Ad un certo punto sono inciampato – racconta alla polizia – ruzzolando per una rampa interna, procurandomi una lesione alla mano sinistra, al braccio e ai fianchi. Considerato che la mano sanguinava vistosamente, mi sono subito diretto verso casa avvolgendo la mano ferita nel giubbetto”.
“Giunto sotto casa, ho incontrato mia sorella Anna con il suo fidanzato Motta Giovanni, ai quali ho raccontato l’accaduto e questi mi hanno accompagnato presso il pronto soccorso dell’ospedale San Carlo. Dopo le medicazioni del caso, sono ritornato a casa dove ho trovato i miei genitori preoccupati del ritardo e quindi ho spiegato loro cosa mi era successo”.
“In città , intanto, si sta cercando Elisa ed i familiari della ragazza hanno già saputo che aveva incontrato Danilo. “Verso le ore 15,30 circa – dice Restivo – mi ha telefonato il fratello maggiore di Elisa, il quale mi ha chiesto se l’avessi vista ed io gli ho confermato che l’avevo vista in mattinata nella chiesa della Trinità . Dopo alcuni minuti mi è pervenuta un’altra telefonata da parte di un’amica di Elisa, che mi ha chiesto le stesse cose del fratello”.
“Nel mentre, ho sentito il citofono squillare e dopo aver congedato la ragazza ho risposto al citofono: era Luciano, il fratello minore di Elisa, che pure mi chiedeva notizie di Elisa e nel contempo mi ha chiesto di scendere in strada per discutere. Subito sono sceso in strada, ed ho riferito anche a lui che sua sorella l’avevo incontrata verso le ore 11,30 nella chiesa della Trinità e in tale occasione quest’ultima mi aveva confidato che era stata importunata da un ragazzo. Ci siamo salutati ed io ho fatto rientro a casa. In seguito ho telefonato a casa di Elisa diverse volte per avere sue notizie, ma non sono riuscito a sapere chi era che mi rispondeva, e cioé se era la madre o qualche amica”.
Restivo parte poi per Napoli, dove, il giorno dopo, l’attende una prova universitaria: “Verso le ore 18 mia madre mi ha accompagnato allo scalo di Potenza Inferiore perché dovevo prendere il pullman per recarmi a Napoli. A Napoli sono giunto verso le 21 ed ho pernottato a casa di un amico di famiglia”.
La mattina dopo Restivo è al I Policlinico, facoltà di odontoiatria, dove sostiene una selezione. “Verso le ore 14 – prosegue – ho ripreso il pullman in piazza Garibaldi ed ho fatto rientro a Potenza dove, alla prima fermata, e precisamente in Viale Marconi, c’era mia madre ad attendermi con l’autovettura e mi ha portato a casa. Dopo poco, unitamente ai miei genitori, mi sono presentato in questo ufficio”.
Restivo dà poi altri particolari della vicenda e, ad una domanda degli investigatori, ammette: “Non nego che ero innamorato di Elisa, ma non ero contraccambiato da quest’ultima, che mi respingeva prendendo come pretesto che lei era invaghita di un altro ragazzo di Palermo che non conosco. Questo fatto mi dava fastidio perché ero deluso dal comportamento di Elisa, però mi accontentavo della sua amicizia pur di vederla”.
A domanda specifica, Restivo risponde: “L’incontro che ho chiesto e che abbiamo avuto nella chiesa era solo ed esclusivamente per farle gli auguri per la promozione e per parlare di Paola, non avevo pensato per l’occasione di farle alcun regalo”. Qualche settimana dopo Restivo cambierà versione e dirà che quella mattina voleva consegnare un regalo ad Elisa.