Si stava meglio quando si stava peggio
“I social network hanno rovinato la nostra vita”, “pensano tutti solo a Facebook e Twitter, “non c’è più spazio per le relazioni in cane ed ossa” e bla bla bla. Di solito i più accaniti avversari della tecnologia sociale ne sono anche avidi utilizzatori. Conosci il tuo nemico risponderanno loro ma se fate parte della schiera dei detrattori abbiate la coerenza di cancellarvi dalle varie piattaforme. La coerenza pratica anche nel 2.0.
Sei gradi di separazione
L’abbiamo già detto, Mark (Zuckerberg) è molto attento ai problemi di tutti i giorni e dà la possibilità di vedere le amicizie in comune. Non sottovalutate l’opzione, è un attimo scoprire che la ragazza con cui state flirtando ha taggato nella foto della sera prima la migliore amica della vostra fidanzata.
Vacanze per modo di dire
Condividere con gli amici la foto dello chalet di montagna o della palafitta in mezzo al mare in cui vi trovate è carino. Basta così però. Documentare ogni attimo della vacanza dà l’impressione a voi e agli altri che non vi siate mai allontanati e spesso è sinonimo di scarso divertimento. Inoltre, se siete sull’isoletta di Ios a godervi in pace il mare e il vento ellenici potrebbe diventare molesto incontrare casualmente in spiaggia l’insopportabile collega/compagno/a di corso/spasimante sfegatato/a del punto tre che vi ha rintracciato grazie ai social.
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te
Attenzione ai tag, che si tratti di foto, presenza nei luoghi o status. Chi viene citato potrebbe non aver messo tutti i suoi contatti al corrente di dove si trovava. O potrebbe, peggio, aver mentito per tirare un clamoroso pacco, cosa che l’evoluzione tecnologica sta effettivamente rendendo difficile, o per farsi i sacrosanti cavoli suoi. La vecchia e cara strategia del negare, negare, sempre negare diventa di difficile applicazione se c’è una foto che testimonia il contrario.
Cosa diavolo urli?
Potrebbe essere persino la numero uno delle regole elencate in questo articolo. Scrivitevelo su una mano, tatuavelo sul corpo come il protagonista di Memento ma mi raccomando non dimenticate la regola essenziale della buona educazione online: scrivere in maiuscolo equivale ad urlare. Tanti anni sono passati dall’istituzione di questa norma che alcuni navigatori soffrono persino di allucinazioni uditive: compare uno status invasivo e qualcuno immagina davvero di sentire delle voci nella propria testa. Non vorrete mica far passare per pazzi i vostri amici e conoscenti?
Il lavoro è lavoro
